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Maurizio Calvesi, il ritorno all'ordine della Biennale

Se Aperto era nato per correggere e svecchiare l'organismo della Biennale sotto i colpi della concorrenza di Documenta, la Biennale del 1986 curata da Maurizio Calvesi segna un ritorno all'ordine e la radicalizzazione delle istanze curatoriali in ambito storiografico. Il progetto di Arte e Scienza era infatti centrato sui rapporti dell'arte con le ricerche contemporanee, ma con un taglio scientifico tale da risultare eccessivo per l'arte, rimasta quasi in secondo piano. Rispetto alle precedenti Biennali si assiste ad una serie notevole di piccole mostre con opere di artisti già storicizzati, mentre per il contemporaneo, oltre alle tendenze alchemiche e citazioniste di un'arte pittorica colta e raffinata, iperpostmodernista, sono esposte in maniera esplicativa e tematica le ultime ricerche nel campo del restauro, della catalogazione, quasi come un convegno altamente scientifico. La grande presenza di archivi, tavole e pannelli caratterizza questa biennale all'insegna della scienza. Solo pochi i lavori dedicati al contemporaneo.
Uno degli studi sui rilevamenti di stato esposti alla Biennale del 1986 Solo negli anni Novanta la Biennale sembra riacquistare peso internazionale, soprattutto con la nuova vitalità del padiglione Aperto realizzato alle Corderie dell'Arsenale. Già alla fine degli anni Ottanta si è sempre più affermata la fisionomia storico-critica del curatore free-lance, ed a questi autori dobbiamo forse le idee maggiormente incisive per la storia degli ultimi anni.
Anche Documenta, come quasi tutte le altre grandi manifestazini nate un po' ovunque, sempre sul modello della Biennale e di Kassel, soffre il suo pachidermismo, la sua difficoltà a divenire oggetto di conoscenza.
Diversamente da queste grandi rassegne invece il contesto dei piccoli e medi Musei internazionali e alcune importanti gallerie segnano con interessanti novità il corso delle percezione espositiva. Documenta 8 viene realizzata in un momento in cui la forti tendenze espressive ancora in atto cominciano a lasciare spazio ad una forte visibilità della tecnologia; unitamente a questa visione ipertecnologica Documenta 8 misurava il distacco dell'uomo contemporaneo dalle sue recenti utopie politiche. Viene esposto l'ultimo lavoro di Beuys che era deceduto l'anno precedente. La realizzazione di ambienti dislocati e la combinazione di arte e design sono ulteriori caratteristiche di questa Documenta.

Tratto da LA CURA CRITICA di Alessia Muliere
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