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Il rapporto fra iconografia e semiotica nell'opera d'arte

Il rapporto fra iconografia e semiotica nell'opera d'arte


In sintesi, è sì importante articolare il rapporto fra iconografia e semiotica, comprendere fino a che punto la seconda ha facilitato la prima - cui Schapiro viene generalmente ricondotto – nell’analisi degli elementi strutturali della composizione pittorica come le parti non mimetiche, la cornice, il supporto, la firma (intesa come scrittura visiva).  Tuttavia è necessario ribadire come nei testi di Schapiro - come già suggerito da Hubert Damisch - è assente ogni intento sistematico. Se è vero che la storia dell’arte è pensata assieme alla sua elaborazione teorica, questa tuttavia non prende mai le sembianze di una metodologia. La stessa iconografia resta un approccio teorico che non risolve l’eterogeneità del visivo rispetto al verbale né la traducibilità dell’immagine nella parola. Insomma, nella scrupolosa attenzione per la singolarità e la polisemia di ogni opera d’arte come per le condizioni (e i condizionamenti) storico-psicologici della percezione dello spettatore, non si dà nessuna regola per il visivo, nessun sistema semiotico dell’immagine. Frontalità e profilo, ad esempio, sono forme simboliche che variano di senso a seconda del concreto contesto visivo, della loro occorrenza, come nel caso delle rappresentazioni del bacio di Giuda o della posizione di Mosé nella battaglia contro gli Amaleciti. Va ricordato infine come in questi testi non è solo il rapporto parola/immagine ad essere indagato. Nella celebre Bibbia Moralizzata (della metà del XIII secolo) il testo è ridotto ad una didascalia ed è l’immagine a commentare l’immagine e dunque ad orientare il senso, ovvero è il loro accostamento a far scaturire la dimensione simbolica, per cui le scene dell’Antico Testamento – questione teologicamente spinosa - diventano prefigurazione del Nuovo. Un dialogo visivo che costituisce un tratto peculiare dello stesso pensiero di Schapiro, fatto di cortocircuiti e anacronismi che si innestano fra mondi culturali lontani fra loro: l’astrazione nella prima arte medievale, il movimento cinematografico di Giuda secondo Giotto, i fumetti nelle miniature medievali, o ancora la ricaduta delle riflessioni sulla cornice nell’elaborazione di Woman I di De Kooning. Accenni preziosi, in cui l’elaborazione teorica riecheggia le coeve manifestazioni artistiche, in cui l’arte contemporanea ci aiuta a vedere meglio

Tratto da SEMIOTICA di Alessia Muliere
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