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La cornice nel'opera d'arte

L’argomento di questa relazione è costituito dagli elementi non mimetici del segno-immagine e dal loro ruolo nella costituzione del segno. Non è chiaro in quale misura tali elementi siano arbitrari e in quale misura siano invece immanenti alle condizioni organiche della produzione delle immagini e della loro percezione; taluni, come la cornice, sono forme che hanno avuto uno sviluppo storico e sono fortemente variabili, eppure, benché siano ovviamente convenzionali, non richiedono un apprendimento per poter comprendere l’immagine e possono addirittura acquisire un valore semantico. Come caratteristiche fondamentali dell’immagine, oltre al fondo preparato, tendiamo a dare per scontati il margine regolare e la cornice.

La cornice

Comunemente non ci si rende conto di quanto sia tarda l’invenzione della cornice: essa venne preceduta dal campo rettangolare suddiviso in bande, e quelle orizzontali, come le linee di fondo o le strisce che mettevano in relazione o sostenevano le figure erano più pronunciate visivamente degli orli verticali e distanti del campo. Si dovette giungere al II millennio a. C. prima che si pensasse a una cornice continua ad isolamento dell’immagine; quando è sporgente e racchiude quadro con vedute prospettiche, la cornice proietta la superficie pittorica nella profondità ed aiuta a dare spessore alla recessione della veduta; è come l’intelaiatura della finestra attraverso cui si vede lo spazio dietro il vetro. La cornice appartiene allora allo spazio dello spettatore, piuttosto che a quel mondo illusorio, tridimensionale, che si apre al suo interno, è un espediente euristico e di focalizzazione posto tra lo spettatore e l’immagine. La cornice tuttavia può entrare anche nella formazione dell’immagine non solo attraverso i contrasti e le corrispondenze suscitati dalla sua forma forte, specie nel caso della scultura architettonica, ma anche come accade negli stili contemporanei, per la sua prassi di tagliare stravagantemente gli oggetti in primo piano, sì da farli apparire vicino allo spettatore e visti di lato attraverso un’apertura. Intercettando questi oggetti la cornice sembra attraversare un campo rappresentativo che si estende dietro a essa, ai suoi lati. In un certo senso il quadro moderno privo di cornice spiega la funzione della cornice nell’arte precedente: la cornice è diventata superflua quando il quadro ha cessato di rappresentare lo spazio in profondità e si è preoccupato maggiormente sia delle qualità espressive e formali dei segni non mimetici, che della loro elaborazione in segni. Se un tempo il quadro recedeva entro lo spazio incorniciato, ora la tela si distacca dalla parete come oggetto in sé, con una superficie dipinta in maniera tangibile sia con temi astratti, sia con una rappresentazione predominantemente piatta che dimostra l’attività dell’artista nelle linee pronunciate o nelle pennellate o nell’elevata arbitrarietà nelle forme e nei colori selezionati. Senza cornice il quadro appare opera dell’artista in maniera più completa e modesta: una parallelo al quadro senza cornice è la scultura contemporanea priva di piedistallo sospesa oppure posta direttamente al contatto col suolo. Il nostro concetto di cornice come delimitazione regolare che isola il campo della rappresentazione non si applica a tutte le cornici: ci sono quadri e rilievi in cui taluni elementi dell’immagine attraversano la cornice, come se la cornice fosse semplicemente parte dello sfondo ed esistesse in uno spazio simulato dietro a figura. Tale attraversamento della cornice costituisce spesso una risorsa espressiva: una figura rappresentata in movimento appare più attiva se attraversa la cornice, come se fosse priva di limiti nel suo movimento. La cornice appartiene allora allo spazio virtuale dell’immagine, più che alla superficie materiale: la convenzione si naturalizza come
elemento dello spazio pittorico piuttosto che dello spazio dell’osservatore o del veicolo. Nell’arte medievale tale violazione della cornice è comune: allora la cornice appare non come una delimitazione ma come l’ambiente pittorico e dell’immagine.

Tratto da SEMIOTICA di Alessia Muliere
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