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Cerimonia funebre del re scita



Il nomadismo: il re è una figura mobile.  E coloro che ricevono il cadavere si tagliano un pezzo di orecchio, si radono intorno i capelli, si incidono attorno alle braccia, si graffiano fronte e naso e si trafiggono con frecce la mano sinistra. Qui parliamo di mondo barbaro in cui la pratica della mutilazione è una forma di esercizio del potere. Legame sfera diritto – mutilazione. Troviamo manifestazioni di lutto eccessive nell'epopea, ad esempio patroclo e achille. Ma esse sono anche un affare di donne. Erodoto non parla di grida e lamenti..il cadavere del re è onorato con l'imbalsamazione mentre gli altri si mutilano. Il procedimento ricorda quello egizio, con aromi come sedano, apio e aneto. Anche in Grecia il sedano è legato alla morte, ma gli Sciti lo usano per imbalsamare...ad atene le cerimonie per i soldati morti vedono un trionfo del dire, dei discorsi. Tra gli Sciti nessuno parla, non ci sono parole e gemiti. In realta gli Sciti parlano ma a modo loro, mutilando e facendo del proprio corpo la celebrazione del re morto. Il loro corpo sarà memoria.  Il premio del re è diventare un bel morto imbalsamato, quello dei sudditi è digradare i propri corpi. La polis, invece, vieta sia la mutilazione che l'imbalsamazione: è il discorso dell'oratore che trasforma la morte in bella morte. Morto il re gli Sciti gli creano un grande spazio, una sorta di casa. L'ultimo viaggio del re finisce con i cavalli impagliati e i carri smontati per creare un gran baldacchino. Gli Sciti poi strangolano tutto l'entourage del re.

Tratto da ERODOTO, IL PADRE DELLA STORIA? di Dario Gemini
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