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Il regno di Yongzheng

Il regno di Yongzheng 

Alla morte di Kangxi, nel 1723, si aprì tuttavia una lotta per la successione al trono fra i suoi quindici figli. Uno di essi, Yongzheng, fece addirittura arrestare il fratello Yinti, il preferito dal padre, e in una serie di circostanze poco chiare riuscì a succedere al trono. Yongzheng, sospettoso e severo, non esitò a perseguitare i fratelli e anche coloro che lo avevano aiutato nella successione, sottopose la burocrazia a un rigoroso controllo attraverso un sistema di memoriali segreti, creando un clima di diffidenza fra i funzionari; sorvegliò strettamente anche la nobiltà. Nel complesso però riuscì nel suo intento di rafforzare il potere centrale e di mantenere la pace e l’ordine nell’Impero, proseguendo e completando l’opera paterna. Si circondò di funzionari capaci, come Liu Wei, impegnato nella lotta alla pirateria e al contrabbando, Tian Wenjing, che riaffermò l’autorità imperiale contro lo strapotere della gentry nello Henan, Oertai, che domò al rivolta degli aborigeni nello Yunnan. Riassettò inoltre le finanze pubbliche e razionalizzò il sistema delle retribuzioni ai dipendenti dello stato, mentre combatté i privilegi e le esenzioni fiscali della gentry. Diligente e frugale amministratore, Yongzheng risanò le finanze dell’Impero, creando le condizioni della prosperità del successivo regno del figlio Qianlong, che gli succedette nel 1736. Yongzheng fu tollerante verso tutte le religioni, anche l’islamismo e favorì il buddismo lamaista; solo verso i missionari cristiani ebbe un atteggiamento ostile. 

Tratto da STORIA DELLA CINA di Lorenzo Possamai
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