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I comportamenti intenzionali delle corporation

Le corporation agiscono a volte come delle singole unità e esibiscono comportamenti intenzionali. Esse sembrano "pensare" ai propri desideri, credenze, e obiettivi, e alcune corporation o persone che agiscono a nome di altre aziende sembrano impegnarsi in delibere morali e autoanalisi. Per esempio, durante la controversia sugli impianti di silicone al seno, la Dow Corning leader nel campo, dibatté sulla moralità e la fattibilità della fabbricazione degli impianti. Certo, l'azienda non si impegnò letteralmente in una riflessione su se stessa e in un'auto analisi morale sulle protesi si silicone fabbricate, piuttosto i suoi costituenti (i consiglio, i manager, i dipendenti, e i rappresentanti legali) fecero questo in nome della corporation. Le cosiddette "corporate actions" (azioni aziendali) della D.C. furono il risultato di queste delibere che successivamente diressero le azioni delle persone che fungevano da agenti per la corporation. Per continuare l'esempio, D.C. fu responsabile per la fabbricazione delle protesi al seno in silicone. Ma l'azienda, in realtà, non progettò, fabbricò o commerciò gli impianti; ingegneri e altri dipendenti lavorarono alla D.C. per fare questo. Così, riteniamo la D.C responsabile poiché le persone che hanno fatto gli impianti agivano come agenti in nome dell'azienda. Diciamo allora che l'azienda operò delle azioni intenzionali. Ma letteralmente le azioni furono il risultato delle attività di una collettività di persone o gruppi operanti in nome della D.C. Perciò l'intricata rete di comportamenti intenzionali esibiti nelle procedure decisionali dell'azienda, uniti con le conseguenti azioni operati degli agenti in nome dell D.C., producono "azioni" corporative.

Tratto da CORPORATE RESPONSIBILITY di Valentina Marchiò
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