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I sistemi maggioritari a turno unico


Sistemi maggioritari a turno unico :  si svolgono in collegi uninominali dove basta la maggioranza relativa per essere eletti. Questo sistema ha la caratteristica di ridurre il numero di partiti del sistema politico, questa caratteristica è spiegata innanzitutto dal fatto che di solito sono 2 i partiti che raccolgono grandi voti, poi ci sono i medi e i piccoli, quindi e poi c’è il fattore psicologico dell’elettore che sapendo che quel determinato partito non prenderà il seggio preferisce non buttare il voto e votare per il meno peggio dei 2 più grandi.  Così l’effetto complessivo sarà di una competizione bipolare per ogni collegio, questa non vuol dire che sia necessariamente bipartitica, infatti i 2 maggiori candidati di collegio in collegio possono appartenere a partiti diversi, non è detto che i primi 2 partiti nazionali abbiano una tale concentrazione da risultare i più favorevoli in tutti i collegi. Sartori ci chiarisce il punto – affinché un sistema maggioritario a turno unico, divenga condizione per il costituirsi di un sistema bipartitico,, debbono prodursi due fenomeni: 1)la strutturazione dei due partiti maggiori deve essere consolidata e omogenea sul territorio, 2)la dispersione dei voti ai partiti terzi  deve essere  limitata, cioè, i concorrenti dei partiti maggiori non devono essere concentrati solo in pochi collegi. Questo  è il c.d. modello inglese, Westminster , è la sua peculiarità è la governabilità dei governi, il suo punto debole la scarsa rappresentatività del parlamento.

Tratto da SCIENZA POLITICA di Antonio Grisolia
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