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Società e diritto internazionale


La crescente e ormai naturale internazionalizzazione dei mercati spiega i suoi effetti anche sul diritto societario.
Le regole di diritto societario fissate da ciascun Paese sono destinate a spiegare i loro effetti concreti al di là dei confini della nazione ove ha sede ogni singola società e la loro applicazione può coinvolgere società che sono costituite all’estero: né può dirsi, al riguardo, che il grado di maturazione delle regole di diritto internazionale societario sia tale da fornire una risposta esauriente ai vari problemi che possono sorgere.
Una posizione del tutto particolare assume il diritto comunitario: le regole del diritto societario coinvolgono il principio generale delle libertà di stabilimento degli operatori economici nel territorio dell’UE.
Naturalmente una tranquilla applicazione del principio della libertà di stabilimento presupporrebbe una piena armonizzazione delle regole di diritto societario a livello comunitario: in mancanza di tale uniformità è evidente che si apre la strada al c.d. fenomeno della “concorrenza fra ordinamenti”.
D’altro canto il diritto societario è uno dei settori dove più ampiamente si è sperimentata l’armonizzazione comunitaria: buona parte della disciplina delle società dei Paesi europei, e in particolare il diritto delle s.p.a., costituisce attuazione di direttive comunitarie succedutesi nell’arco di ormai più di trent’anni.
Recentemente ha poi visto la luce un ambizioso progetto: il regolamento sulla Società Europea che si propone di offrire agli operatori un modello comunitario di s.p.a. la cui disciplina si pone su un piano sovranazionale.
Ancora più recente è il regolamento sulla Cooperativa Europea che, nel campo degli enti mutualistici, persegue analoghe finalità.
Un importante strumento di integrazione fra società in ambito comunitario potrà venire dalla direttiva 2005/56 relativa alla fusione transfrontaliera delle società di capitali.
Viene così prevista una disciplina che, pur non operando in senso derogativo alle norme imperative dei singoli Stati, delinea un procedimento comune per giungere alla fusione fra due o più società di capitali aventi sede sociale nell’Unione.

Tratto da DIRITTO COMMERCIALE di Stefano Civitelli
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