Esercizi di Marco Aurelio per la cura di sè

Tema generale dell’esercizio è la captazione della rappresentazione. Ora ci sono 2 esercizi: la meditazione eidetica e la meditazione onomastica. L’oggetto va definito e descritto, ma va anche ripetuto il suo nome e quello degli elementi che lo compongono, e nei quali si dissolverà. Quindi si tratta anzitutto d vederlo nella sua essenza, spoglio, senza rivestimenti. In secondo luogo holon, nella sua interezza. In terzo, distinguendolo negli elementi costitutivi. Dobbiam dunque formulare a noi stessi il nome delle cose a fine di memoria, e tale esercizio di memorizzazione dei nomi che sia simultaneo allo sguardo. Sguardo e memoria son legati. Solo in terzo luogo potrà manifestarsi l’essenza della cosa, vedendo questa con lo sguardo priva di rivestimenti, ma nominandola nelle sue parti. Riconosciamo quindi anche l’avvenire dell’oggetto, il suo rapporto con il tempo.
Seconda fase dell'esercizio. Tentare di valutare l’oggetto soppesandone il valore, rendendo alfine grande la nostra anima. È in questione lo stato entro il quale il soggetto si riconosce indipendente dai legami cui lo han sottomesso le sue opinioni. Rendere grande l’anima è identificare la sua vera natura e la sua destinazione. Libertà è qui sinonimo di indifferenza e tranquillità rispetto agli eventi. Adeguandosi così alla ragione divina. Scopo dell'esercizio è dunque: conquistare l’indifferenza = tranquillità = adeguarsi con la ragione divina. Qui si parla anzitutto dell'esame analitico della cosa, che consenta di coglierla nella sua essenza. Ma questo serve solo se possiamo far passar l’oggetto attraverso il dubbio, confutarlo, sottoponendolo a verifica (elegkhein). Vedere insomma quale utilità l’oggetto ha e per quale kosmos. Valore per l’uomo e rispetto al tutto. Così alla fine si potrà stabilire qual uso fare delle cose e che virtù usare.