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Abilità nell'ascolto nella cura di sè



Il tema dell'ambiguità lo troviamo anche nell'eta ellenistica. Lettera 108 di Seneca. Passività dell'ascolto, ma è il patetico stesso ad esser principio di ambiguità, perchè da un lato è vantaggioso che l'orecchio si lasci facilmente penetrare. A volte segui un corso di filosofia e anche se non comprendi, qualcosa “entra” lo stesso, Il logos penetra nell'orecchio. Epitteto e la scuola come ambulatorio, iatreion. Dottrina dei semi dell'anima: in ogni anima ci son semi di virtù che le parole posson attivare. C'è una sorta di automatismo del logos sull'anima. Poi ci sono persone che non han tratto alcun giovamento. Questi eran coloro che erano orientati ai soli ornamenti del discorso.Epitteto nella diatriba 2-23 dice che nella stessa attivita logica c'è qualcosa nell'ordine del patetico, che rende ogni ascolto un pò pericoloso. Per trasmettere una verità serve anzitutto una lexis=modo di dire, un certo uso dei termini (paradosis=tramissione orale). Ma chi ascolta rischia di concentrarsi solo sugli elementi che consentono di dire la cosa, non sulla cosa stessa. l'ascolto è sempre passibile di errore. quando si ascolta si ha a che fare con un logos che non si può dissociare da una lexis (modo di dire) nè da un certo numero di parole. Si può parlare bene o male, come si può ascoltare o meno con profitto. Per parlare bene serve una tekhnè. E per l'ascolto? Serve empeiria, ovvero competenza, abilità acquisita. Occorre anche tribè, pratica assidua, applicazione. Ma oltre a pratica ed esperienza serve una tekhnè, che implica conoscenza del corpo.

Tratto da ERMENEUTICA DEL SOGGETTO di Dario Gemini
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