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Disturbo di conversione


I sintomi si presentano, in seguito ad un evento traumatico.
Diagnosi:
*Uno o più sintomi riguardanti funzioni volontarie o sensitive (improvvisa cecità, paralisi parziale o totale degli arti inferiori o superiori, convulsioni e alterazioni della coordinazione, sensazioni di pizzicore, formicolio o brividi a livello della pelle, che insieme sono definiti “anestesia”) suggeriscono una condizione neurologica o medica generale, ma non hanno alcun senso dal punto di vista anatomico
*I sintomi sono correlati a conflitti o a stress.
*I sintomi non sono prodotti intenzionalmente e non possono essere attribuiti a una condizione medica.
*I sintomi causano un livello significativo di disagio o di menomazione nel funzionamento, oppure richiedono attenzione medica.
La sintomatologia di questo disturbo, secondo la psicoanalisi, offre una chiara dimostrazione del ruolo dell'inconscio. Freud ipotizza che il disturbo di conversione si sviluppa quando una persona vive un evento che provoca intensa attività emozionale, ma l'emozione non viene espressa e il ricordo dell'evento viene escluso dalla coscienza (nelle donne, potrebbe essere un Complesso di Elettra irrisolto, che viene risvegliato con i primi stimoli adolescenziali, provocando ansia e poi sintomi fisici.),
Nel fenomeno della cecità isterica, si pensa che l'informazione venga elaborata senza che la persona ne sia cosciente (blindsight) e che queste persone presentino una motivazione profonda ad apparire ciechi.
I fattori socioculturali possono avere un ruolo importante in questo fenomeno (ai tempi di Freud la sessualità repressa faceva comparire i sintomi della malattia). Il disturbo, inoltre, è più diffuso tra le popolazioni delle aree rurali e delle classi socioeconomiche più svantaggiate.
E' possibile che alcuni dei fattori neurobiologici di rischio per il DOC siano coinvolti anche nella genesi del disturbo di dismorfismo corporeo.
Secondo il punto di vista cognitivo-comportamentale, questo tipo di disturbi ha inizio da un sintomo fisiologico non patologico (nel Disturbo di dismorfismo corporeo dal concentrarsi su un'anomalia fisica), sulla quale il soggetto pone un'attenzione non necessaria, formulando, riguardo ad esso, attribuzioni negative. Una volta che i pensieri negativi hanno inizio, l'ansia intensa e l'elevata reattività al cortisolo possono inasprire i sintomi somatici e la sofferenza psicologica, da essi causata. La persona, allora, può assumere il ruolo di ammalato, evitando compiti lavorativi e sociali oppure può cercare rassicurazione dai medici della famiglia, che però diventano la loro unica fonte di relazione (piace l'attenzione e la simpatia che ricevono per “essere malati”).

Tratto da PSICOLOGIA CLINICA di Alessio Bellato
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