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Il rapporto tra pedagogia e scienza dell'educazione


L'assunto di fondo sta nell'idea secondo la quale la storia di una scienza è sempre speculare alla teoria di quella determinata scienza; dunque la storia della pedagogia non può prescindere da un confronto costante con la teoria della scienza dell'educazione, che a sua volta non può prescindere da un confronto costante con la teoria della scienza in generale, in ragione di una innegabile unicità del discorso scientifico. Due sono dunque le linee generali del percorso: quelle concernenti l'ambito pedagogico e quelle concernenti l'ambito epistemologico. Riguardo al primo percorso dobbiamo tenere presenti tre punti.
- La specularità tra pedagogia – impropriamente detta – generale, e storia della pedagogia. Il punto centrale della storia della pedagogia è la scienza dell'educazioe e non i centri d'interesse cui di volta in volta la storiografia pedagogica si rivolge; sarebbe teoricamente illegittimo pensare ad uno storico della pedagogia che nel contempo non fosse anche pedagogista.
- Storia della pedagogia intesa come aspetto speculare alla riflessione pedagogico – epistemologica: si pone come insieme cardine della ricerca storiografica in questo dominio del sapere. Non più sinonimo di storia delle idee pedagogiche ma come storia della scienza dell'educazione.
- La rivoluzione storiografica delle Annales non basta da sola a spiegare e giustificare l'orientamento degli studi storico – pedagogici. Bisogna salvaguardare la specificità e l'identità dello storico della pedagogia, che non può e non deve confondersi con lo storico generale, e che anzi deve temere questa confusione appunto per lo sviluppo della sua ricerca e per la sopravvivenza del suo ambito di studi. Pedagogia scientifica e storia della pedagogia devono procedere insieme.
Dal punto di vista epistemologico invece dobbiamo tenere presenti sei punti.
- La complessità che lega la scienza alla metafora del labirinto e della mappa concettuale del sapere da essa definito e costruito.
- La centralità del dubbio, che è la condizione necessaria e sufficiente per considerare i modelli interpretativi come ipotesi e non come ipostasi.
- La validità dell'errore, considerato come elemento significativo nella costruzione del congegno concettuale, e insieme, come elemento orientativo nella costruzione del processo di indagine.
- La dimensione della possibilità e della probabilità come orizzonte di senso rispetto ad un processo aperto e costantemente in divenire.
- La laicità, fondata sulla categoria di autonomia scientifica. 6. La pubblicità, che consente la comunicazione dei risultati scientifici e la costruzione di un linguaggio specifico, congruo con l'oggetto ed il contesto della ricerca.

Tratto da STORIA DELLA PEDAGOGIA di Gherardo Fabretti
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