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Libertà di concorrenza e disciplina della concorrenza

Libertà di concorrenza e disciplina della concorrenza

Nel perseguimento di questi obiettivi ciascun imprenditore gode di ampia libertà di azione e può porre in essere le strategie che ritiene più proficue, non solo per attirare clienti ma anche per sottrarli alla concorrenza. Infatti il danno che un imprenditore subisce a causa della sottrazione della clientela non è un danno ingiusto e quindi non è risarcibile.
È necessario distinguere fra comportamenti concorrenziali leali e comportamenti sleali. Nello svolgimento della competizione fra imprenditori concorrenti è vietato servirsi di mezzi e tecniche non conformi ai principi della correttezza professionale; gli atti che non soddisfano questo requisito vengono considerati di concorrenza sleale. La repressione e la sanzionabilità di questi atti dipende solamente dal fatto che l'atto sia idoneo a danneggiare l'altrui azienda.
È tutelato anche l'interesse generale a che non vengano falsati gli elementi di valutazione e di giudizio del pubblico e non siano tratti in inganno i destinatari finali della produzione: i consumatori. Per tutelare le esigenze di questi è stata introdotta nel Codice del consumo una disciplina contro tutte le pratiche commerciali scorrette (che possono indurre il consumatore medio ad assumere le decisioni commerciali che altrimenti non avrebbe preso). Anche a questo scopo è stata introdotta una disciplina statale della pubblicità ingannevole o comparativa.

Tratto da DIRITTO COMMERCIALE di Alexandra Bozzanca
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