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L'innatismo rappresentazionale della Spelke


Secondo Spelke, i bambini sarebbero guidati dagli stessi principi innati e dominio-specifici che guidano il bambino nella percezione degli oggetti, che gli permettono di segmentare scene visive complesse in oggetti separati, consentendogli di distinguere, ad esempio, la presenza di un singolo oggetto o di più oggetti, quando questi sono adiacenti o parzialmente sovrapposti:
Principio della solidità: due oggetti non possono occupare lo stesso punto nello spazio e un oggetto si muove solo su un percorso non ostacolato
Principio di gravità: gli oggetti cadono in assenza di un supporto
Principio della continuità: gli oggetti si muovono su percorsi continui e non saltano da un percorso all'altro
Principio della rigidità: gli oggetti non cambiano forma mentre si muovono
Principio dell'assenza di azione a distanza: gli oggetti non agiscono l'uno sull'altro a meno che non entrino in contatto tra loro
Spelke sostiene la necessità di ipotizzare l'esistenza di un nucleo di conoscenze relative al dominio della fisica. La precocità delle competenze dimostrate a pochi mesi di vita ipotizza la presenza di un sistema percettivo che, fin dalla nascita, sia in grado di organizzare l'input visivo in accordo con i principi della fisica.
Per esempio, a 4 anni i bambini sembrano essere sensibili al principio della solidità degli oggetti, ma solo verso i 6 mesi essi mostrano sorpresa quando viene violato il principio di gravità. Ciò sarebbe riconducibile al fatto che, pur essendo specificati per via innata, alcuni principi emergono in seguito alla maturazione di specifiche aree corticali, o devono attendere una specifica esperienza percettiva o motoria che funga da innesco per la loro attivazione (arricchiscono e ampliano, non modificano, la conoscenza presente alla nascita).
La Spelke propone un processo di sviluppo caratterizzato da continuità: il pensiero adulto è il risultato di un lungo periodo di apprendimento del modo in cui oggetti dotati di particolari proprietà si comportano in particolari circostanze, e non della scoperta di nuove regole che guidano il comportamento degli oggetti.
Lo studio dei principi che guidano la comprensione del mondo alla nascita e nella prima infanzia può costituire un valido strumento per analizzare i processi che operano nella mente adulta.
L'autrice, non solo assume l'esistenza di principi innati che guidano l'apprendimento nel dominio della fisica, ma sostiene che le rappresentazioni sottostanti le capacità di ragionamento sul comportamento degli oggetti siano prespecificate per via innata.
Sono i contenuti (ciò a cui conducono i processi di apprendimento), piuttosto che la capacità di acquisirli, che fanno parte del nostro patrimonio genetico. Per questa ragione, la posizione della Spelke può essere definita come innatismo rappresentazionale.
Leslie sostiene che l'architettura neurale innata della mante umana prevede l'esistenza di tre moduli che consentono al bambino di riconoscere le proprietà meccaniche degli oggetti e le loro potenzialità di movimento, di comprendere la natura finalizzata delle azioni rivolte al raggiungimento di uno scopo, e di rappresentarsi gli stati mentali degli agenti di tali azioni, consentendo una piena comprensione dell'intenzionalità.

Tratto da LO SVILUPPO COGNITIVO di Alessio Bellato
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