Metodi e verifica

L’obiettivo è generare racconti dagli eventi, liberare narrazioni, creando lo spazio per un pensiero su tutto ciò che gli individui fanno, agiscono nella quotidianità dei loro contesti organizzativi e che riproducono nel qui e ora del setting formativo. La formazione diventa luogo di una nuova costruzione di significati, attraverso il riconoscimento di una molteplicità di linguaggi, di registri comunicativi in gioco. Alcuni metodi di attivazione dei piccoli gruppi sono: esercitazioni e lavori di gruppo, role-playing e psicodramma (la validità di queste tecniche in termini di apprendimento sta nella funzione della simulazione che permette una mimesi della realtà in maniera ludica), giochi analogici.
Ciò che ha commissionato l’intervento è capire, quantificare e valutare l’apporto dato al processo formativo rispetto alla funzionalità dell’organizzazione e al raggiungimento dei suoi obiettivi. Il meta-messaggio è che il cambiamento può essere possibile se si accetta di trasformarsi con gli altri, attraverso l’acquisizione di consapevolezza di se, l’impegno e la disponibilità personale di giocare e a giocarsi con il nuovo.
Con il resoconto si tratta di mettere in parole emozioni che spesso non sono che una parte di quelle emerse e prodotte da un gruppo. L’atto di scrivere un resoconto è la capacità di pensare l’esperienza vissuta e di organizzare relazioni, la sua importanza è legata alla capacità futura di progettare un intervento clinico efficace e alla possibilità ultima di di far conoscere il proprio operato per sottoporlo a verifica, nell’intento di fondare una nuova teoria psicologica capace di rendere conto delle innovazioni concettuali del tempo. Il resoconto, come momento di ri-narrazione di quanto avvenuto, si pone come strumento narrativo privilegiato, in grado di connettere le dimensioni d’apprendimento con le narrative personali.