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Test della figura umana


Secondo Hammer, tende a sollecitare principalmente 3 tipi di rappresentazione: autoritratto, sé ideale, modalità di percezione di altre persone significative. La consegna è di disegnare una figura umana, o una persona; dopo l'esecuzione si fa disegnare una persona di sesso opposto. Alla fine dei disegni, viene eseguita un'inchiesta per indagare sull'età, sesso, ecc. Si annotano il tempo di esecuzione, i commenti spontanei, l'ordine in cui sono disegnate le parti del corpo, e la successione con cui sono disegnate le figure.
Da un punto di vista evolutivo, la faccia è la prima parte della figura umana ad essere rappresentata, successivamente acquisiscono importanza gli arti: verso i 3 anni abbiamo l' “omino testone”, composto di faccia, gambe e braccia attaccate alla testa. Le mani e le dita compaiono verso i 6 anni. Verso i 7 scompare la tendenza a disegnare le braccia come estensione della testa. A 4-5 anni appare un largo tratto al centro del corpo identificato come l'ombelico: ad esso sembrano associati significati collegati con la nascita, il legame con la madre, la dipendenza, e il problema della separazione. A 6 anni scompare l'ombelico, sostituito da file di bottoni, che continuano ad apparire fino agli 8 anni per poi diminuire sempre di più. A 8 anni compare anche la separazione fra testa e corpo, con il collo: quanto più esso è sottolineato o allungato, tanto più il soggetto si sente minacciato dai propri impulsi e cerca di controllarli con la mente. A partire dagli 8 anni fino alla pubertà c'è la tendenza ad attribuire prestigio e sicurezza al proprio corpo con simboli di forza e importanza (pistole, cappelli/cesti, nastri ecc.). In adolescenza il corpo e l'immagine di sé acquistano notevole importanza: da una parte vi sono omissioni, imprecisioni, sproporzioni, indicative di conflitti riguardanti identità e tensioni relative alle modificazioni corporee; dall'altra si dà molta attenzione alle differenze, ai ruoli, agli attributi sessuali.
Per quel che riguarda l'interpretazione, il compito permette di rilevare come il soggetto combini, nel suo disegno, il conflitto fra realtà obiettiva e realtà soggettiva: compito dello psicologo è quello di cercare di individuare da che cosa sia risultata la produzione. La prima cosa da guardare è la figura così com'è rappresentata nel suo complesso. Si procede poi ad un'analisi delle caratteristiche generali delle figure, per poi passare all'analisi dei significati simbolici attribuibili alle varie parti del corpo. Bisogna procedere con cautela: i loro significati diventano tali solo se in accordo con altri indici; inoltre essi sono sovradeterminati, cioè non hanno un significato univoco.
Abraham propone un'analisi del test della figura umana atta ad identificare problemi collegati all'identità psicosessuale. Koppitz, per cercare di ovviare al problema della contemporanea presenza nel disegno di componenti affettive e cognitive, propone di valutare il disegno rispetto a 2 scale che valutano i 2 differenti aspetti a partire dallo stesso disegno: la prima scala viene definita di “indicatori dello sviluppo mentale” e dovrebbe essere correlata con l'età e la maturazione intellettiva del soggetto, la seconda di “indicatori emotivi” e dovrebbe essere correlata con situazioni di conflitto e ansia e dovrebbe risultare indipendente dall'età e dallo sviluppo mentale.

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