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Autori liberali sociologici

Karl Deutsch: cercò di misurare l’entità delle comunicazioni e delle transazioni tra società: un alto livello di legami transnazionali tra società determina un consolidamento di relazioni pacifiche  fa nascere una comunità di sicurezza. Tra le condizioni che promuovono l’emergere di comunità di sicurezza, Deutsch indica: accresciute comunicazioni sociali, maggiore mobilità degli individui, legami economici più forti e una più ampia gamma di reciproche transazioni umane.
John Burton: in World Society propone un modello a ragnatela di relazioni transnazionali, con l’intento di dimostrare che ogni stato-nazione consiste di molti gruppi differenti di individui con differenti tipi di legami esterni e di interessi → una visione ben diversa da quella dei realisti, che tendono a descrivere il mondo come un sistema di stati non dissimile da un set di bilie da biliardo, e cioè di unità del tutto autonome e autosufficienti

Modello bilia di biliardo

Modello a ragnatela

Poiché ogni individuo fa parte di molti gruppi differenti, il conflitto finirà per essere smorzato, se non del tutto eliminato: la sovrapposizione delle apparenze di gruppo minimizza il rischio di conflitto grave tra 2 gruppi qualsiasi.
James Rosenau: a suo giudizio, le transazioni individuali esercitano ripercussioni importanti sulle questioni globali: gli individui hanno enormemente ampliato le loro attività grazie ai più elevati livelli di istruzione, all’accesso ai mezzi di comunicazione elettronici e ai viaggi all’estero. Inoltre, la capacità degli stati di esercitare un’efficace attività di controllo e regolamentazione sta diminuendo

Il sistema anarchico basato sulla centralità dello stato non è certo scomparso, ma al suo interno sta emergendo un nuovo mondo multicentrico composto di collettività libere dalla sovranità, che esiste autonomamente e in competizione con il mondo statocentrico di attori vincolati dalla sovranità.
Sotto alcuni aspetti, sarà un mondo più instabile, poiché il vecchio ordine imperniato sul potere dello stato è in disfacimento, ma solo in rare circostanze i conflitti sfoceranno nell’uso della forza, grazie alla crescita numerica dei nuovi individui cosmopoliti che fanno parte di molti gruppi parzialmente sovrapposti e che difficilmente saranno disposti a lasciarsi irreggimentare in schieramenti contrapposti.
2. liberalismo dell’interdipendenza: interdipendenza = mutua dipendenza = popoli e governi risentono di ciò che accade altrove, per opera, delle loro controparti di altri paesi  un più alto livello di relazioni transnazionali tra paesi comporta un più alto livello di interdipendenza.
Dagli inizi della storia, gli stati hanno sempre cercato di accrescere la propria potenza mediante la forza militare e l’espansione territoriale. Ma per i paesi altamente industrializzati gli strumenti più adeguati e meno costosi per acquisire peso politico e prosperità sono lo sviluppo economico e il commercio estero. I costi connessi all’uso della forza sono infatti aumentati, mentre sono diminuiti i vantaggi con essa conseguibili.

In passato, il possesso di territorio e di ingenti risorse naturali era il presupposto chiave della potenza; oggi le chiavi del successo sono rappresentate da forza lavoro qualificata, accesso all’informazione e capitale finanziario.
Permane, certo, il rischio che gli stati moderni ripieghino sull’opzione militare e ritornino a una politica di riarmo e di contrapposizione violente, ma uno scenario del genere non appare affatto probabile.

Tratto da RELAZIONI INTERNAZIONALI di Elisa Bertacin
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