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Il nuovo modello di intervento per la ricostruzione dei legami familiari in caso di divorzio

Dagli anni '90 si è diffuso un nuovo modello di intervento per ricostruire legami familiari che diversamente dalla mediazione familiare non è rivolta al mantenimento della struttura relazionale della famiglia dopo il divorzio. Il minore è chiamato ad essere parte attiva insieme agli esperti che realizzano programmi di supervisited visitation, nei casi di gravi conflitti, cooperano con il giudice. Questi interventi rispondono alle esigenze del bambino di mantenere contatti con entrambi e per i genitori di interrompere il proprio legame con l'altro. Le famiglie ricostituite si trovano in una situazione di anomia. Il diritto attuale vede il matrimonio come un contratto revocabile, ma nel regolare le relazioni genitoriali, assume come modello la famiglia nucleare tradizionale, che presuppone la genitorialità biologica anche dopo la separazione, ignorando la trasformazione della famiglia. Il genitore non affidatario si trova nella posizione più scomoda se deve condividere il proprio ruolo con il nuovo partner della madre. Attualmente da noi la creazione di una seconda famiglia comporta effetti giuridici nella responsabilità genitoriali. La nostra legge dell'83 stabilisce che nei confronti di chi adotta il figlio del coniuge può essere disposta solo l'adozione non legittimante, giacchè l'adozione piena escluderebbe di soddisfare la congiunta esigenza per un verso di consolidare l'unità della famiglia agevolando l'inserimento in essa del minore che sia figlio anche adottivo di uno dei coniugi, e per altro verso di evitare che l'instaurazione del nuovo rapporto comporti la rottura di quello esistente tra l'altro genitore biologico e i suoi parenti.

Tratto da SOCIOLOGIA DEL DIRITTO di Alexandra Bozzanca
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