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Cuore nella tradizione di Lucrezio



Gli impulsi passionali posson offuscare la capacità di comprensione del cuore. L'antropologia pitagorica rispecchia la cosmologia. L'uomo ha un fuoco centrale o anima. Nell'inno a Zeus: l'uomo, grazie all'iniziazione e alla purificazione attualizza nel suo corpo-microcosmo la reintegrazione dell'universo, corpo di Dio. La ricerca di Dio può svolgersi dunque nel mondo e nell'uomo. Nel "discorso sacro" il cuore sembra esser il vero organo di contemplazione e unione mistica. Porfirio parla di svegliare nel proprio cuore i pensieri divini. C'anche la connessione cuore-preghiera-spiriti che ritroviamo pure negli esicasti. L'antropologia epicurea distingue tra animus (principio intellettivo) e anima, principio vitale, entrambi corporei, che sono legati. L'anima vivifica il corpo, ma dopo la morte si scinde disperdendosi. E' un calore fatto di particelle minuscole, contenute dal corpo. L'anima è diffusa in tutto il corpo. L'animo situato nel petto. Il termine latino pectus abbraccia il significato di diverse parole italiane: petto, cuore, anima, intelletto, spirito, mente, memoria.. in Lucrezio nel petto ha sede l'animus, detto anche mens, che è il principio del pensiero, del sentimento, della percezione del divino. Mente e cuore appaion dunque concetti equivalenti: epicuro sembra conservare le tracce di un religiosità mitica. Lucrezio dice il cuore un sacrario, che ha una parte recondita, un fondo, che è il luogo in cui si può esser toccati dalla divinità e divenire partecipi della sua vita. Quindi il cuore è sacrario da cui può sgorgare la verità come voce intima del sentimento. Ma anche il luogo in cui accogliere i simulacri che si irradiano dagli dei. Ma la percezione del divino richiede anche la giusta serenità della mente. L'animus è in grado di percepire il divino quando alla affinità strutturale (particelle minuscole) si aggiunge una condizione di serenità e distacco dai sensi. La condizione dell'animo quieto è affine agli dei beati. Bisogna quindi rigettare dal cuore-animus ogni pensiero sconveniente. Quindi secondo la fisiologia mistica di lucrezio l'uomo incontra il divino nel cuore, luogo affine alla natura divina, e tramite esso quando lo stato dell'anima si fa affine alla quiete divina.

Tratto da ORIGINI GRECHE DELL'ESICASMO di Dario Gemini
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