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"La casa in collina" e "La luna e i falò"

La casa in collina (1948-49, originariamente pubblicata con il Carcere sotto il titolo comune Prima che il gallo canti) rievoca la condizione dell'intellettuale Corrado, che durante la guerra fugge dalla città in collina, incontrando una donna da lui amata, Cate e suo figlio. La follia bellica è lontana, ma un giorno i fascisti arrestano Cate. La solitudine e l'incapacità di agire lo esasperano, al punto che Corrado torna al suo paese natale, incontrando campagne devastate e morti di ambe le parti.

Come accade in Pavese, l'opera, più che di avvenimenti, è ricca di stati d'animo, paesaggi, riflessi interiori ed è un'analisi tormentata sui problemi che la guerra lascia a un uomo sensibile. In Cosa è la guerra, il protagonista rientra alle Colline del Belbo dove cerca lì la soluzione al suo tormento.

L'interpretazione più profonda di questo rapporto fra vivi e morti, dopo la guerra, è fornita da La luna e i falò (1950), dove l'elemento mitico è di nuovo essenziale. La storia è narrata da Anguilla, emigrato delle Langhe, ritornato in Patria alla ricerca delle sue radici dopo aver vissuto negli Stati Uniti. Lo aiuta il coetaneo Nuto, che gli racconta la lotta resistenziale, e in particolare la morte di Santa, che tradisce i partigiani e viene giustiziata in un rogo.

Anguilla, che ha visto crollare l'esaltazione per il nuovo mondo americano, vede crollare anche l'illusione che la sua terra d'origine sia rimasta incontaminata, e che sia possibile radicarvisi: l'estraneità del singolo rispetto al mondo è totale, e su questa certezza termina l'opera pavesiana.
In Il ritorno, il ritorno al paese è soprattutto l'incontrare il se stesso d'una volta nell'amico d'un tempo, il ricordare insieme dell'adolescenza. Come si evidenzia qui, al neorealismo Pavese insegnò il modo di parlare come parlano i personaggi, di descrivere le cose come loro le vivono e le traducono in linguaggio.

Tra il 1935 e il 1950, Pavese terrà un diario, pubblicato postumo nel 1952 con il titolo Il mestiere di vivere. Esso è opera capitale per la comprensione umana e letteraria dell'autore, che in assiduo colloquio con se stesso vi segna riflessioni, ricordi di incontri, progetti. Nel diario Pavese parla con se stesso come dialogando con un altro, e perciò si dà del tu. Tra i temi ricorrenti del diario, vi è l'incapacità di conquistare l'amore di una donna, e il bisogno di un affetto che dia senso alla vita.

Tratto da LETTERATURA ITALIANA MODERNA E CONTEMPORANEA di Domenico Valenza
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