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La seconda fase della poesia leopardiana (1828-30). I canti pisano-recanatesi

L'epistola Al conte Carlo Pepoli, del 1826 dichiarava la rinuncia definitiva della poesia. Alla base di tale distacco stavano ragioni storiche (la impoeticità del moderno), ideologiche (la caduta del sistema della natura e delle illusioni) e infine esistenziali. Nella primavera del 1828, in sintonia con l'ambiente pisano, Leopardi torna a comporre testi poetici, proseguendo a Recanati.

La definizione "grandi idilli", utilizzata in passato, non si addice: essa tende infatti a evidenziare  una continuità con gli idilli giovanili, valorizzando l'aspetto emozionale e respingendo quello filosofico-argomentativo. In realtà la novità di questa fase sta proprio nel punto di incontro tra essi.

Tratto da LA SCRITTURA E L'INTERPRETAZIONE I di Domenico Valenza
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Dettagli appunto:

  • Autore: Domenico Valenza
  • Università: Università degli Studi di Catania
  • Facoltà: Lettere e Filosofia
  • Corso: Lettere
  • Esame: Letteratura italiana
  • Titolo del libro: La scrittura e l'interpretazione: storia e antologia della letteratura italiana nel quadro della civilta europea, Volumi 1-5
  • Autore del libro: Luperini Romano, Cataldi Pietro, Marchiani Lidia
  • Editore: Palumbo, Palermo
  • Anno pubblicazione: 1998

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