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Il tipo di stato nel corso degli anni '50



Il primo essenziale passo da fare è comprendere il tipo di Stato che si consolida nel corso degli anni Cinquanta; il tipo di stato, dunque, che giunge alla prova degli anni del boom e dell'apertura a sinistra. È evidente la continuità dello stato nel passaggio dal fascismo al post – fascismo, o più analiticamente, delle caratteristiche dell'apparato statale che si riconferma nel nostro paese, a larghi e sostanziali tratti, dopo la rottura del 1943 – 1945. Questo apparato, con la temperie culturale che lo permea, trova nel clima della guerra fredda ulteriore cemento e al tempo stesso nuove articolazioni e umori in una nuova e più ampia polarizzazione.
Molti documenti americani dell'epoca offrono conferme e squarci illuminanti sulle modalità dell'azione anticomunista degli anni '50, fino alla famosa riunione del 1961 in cui Vernon Walters avanza addirittura l'ipotesi di un intervento armato degli USA per impedire l'ingresso dei socialisti al governo.
C'è uno stretto rapporto fra le pressioni americane e l'iniziativa autonoma anticomunista dei differenti governi italiani, che ebbero come conseguenze la determinazione, all'interno del corpo dello stato, di un duplice e intrecciato ordine di comportamenti, fatto da una parte di normalità e diritto, e dall'altra dalla potenziale o sotterranea esclusione di un'ampia fascia di cittadini dalla pienezza di quel diritto.
Non a caso Franco De Felice ha parlato di doppio Stato fondato sulle discriminazioni fatte di dichiarazioni atte a definire gli oppositori ostili o estranei allo stato e alla nazione.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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