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La meccanizzazione degli anni '50/ 60 in Italia


Si considerino poi le dimensioni della meccanizzazione, che è l'altro e decisivo fattore di trasformazione di questi anni. La meccanizzazione trova la sua fonte essenziale di finanziamento nel piano dodecennale del 1952, che prevede prestiti e mutui per l'acquisto di macchine agricole di produzione nazionale. Il più grosso istituto di credito chiamato a elargire i finanziamenti è la Federconsorzi di Paolo Bonomi, l'uomo che nel contempo non solo si era garantito il monopolio di acquisto dei trattori Fiat che avrebbero comprato con quel denaro ma che gestiva, tramite la federazione, la vita quotidiana dei contadini, i loro acquisti e le loro vendite.
Un'altra federazione di Bonomi, la Federazione Nazionale Coltivatori Diretti, gestiva la gestione delle leggi che sancivano l'assistenza mutualistica e la pensione minima di vecchiaia per i contadini, istituite tra il 1954 e il 1957. Tali diritti elementari assumevano le forme di privilegi generosamente concessi, stabilendo legami forti di dipendenza e clientelismo.
Vediamo ora più da vicino le dinamiche e le caratteristiche dell'esodo per le varie parti d'Italia. Le campagne dell'Italia settentrionale sono le prime ad avvertire i mutamenti e l'agricoltura qui conosce i maggiori crolli nelle regioni che erano rimaste più tenacemente e intensamente rurali: Veneto ed Emilia Romagna, dove gli occupati nell'industria, per la prima volta, superano quelli nell'agricoltura. Il Polesine è l'area dove lo spopolamento è più elevato, alla base del quale stanno le serie di disastri naturali iniziati nel 1951 con la rotta del Po in un susseguirsi di inondazioni.
Quello dei ripetuti straripamenti del Po è una delle pagine nere dell'agricoltura e della malagestione italiana ed è un prefetto, quello di Rovigo, a denunciare con forza il suo rammarico per avere utilizzato tutta la forza pubblica a sua disposizione per arginare delle proteste che considerava legittime, denunciando con forza l'inutilità e l'irrazionalità dei dispendiosissimi lavori compiuti e chiedendo ripetutamente la sospensione dei lavori di estrazione del metano, primi colpevoli dei fenomeni di bradisismo e dunque di abbassamento degli argini fluviali.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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