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Fagiolo

È una coltura primaverile-estiva ed è stata usata per l’alimentazione umana (baccelli freschi o da sgusciare o semi secchi). La parte vegetativa non è commestibile dagli animali, per cui non può essere usata in zootecnia.
Fa parte delle leguminose, i cotiledoni sono epigei, le foglie cotiledonari sono rotondeggianti e semplici. Le foglie vere e proprie sono: composte, di forma triangolare, trifogliate,imparipennate e tomentose. Il fusto è cilindrico a portamento eretto (varietà nane, più coltivate e più adatte alla meccanizzazione) o rampicante.
I nani sono i più coltivati perché si prestano meglio alla meccanizzazione. Da questi abbiamo i fagiolini da industria e tra quelli da seme abbiamo i borlotti e i cannellini. I rampicanti sono qualitativamente migliori dei nani, ma si prestano meno alla meccanizzazione perché necessitano di reti, pali, sostegni, la raccolta è manuale e scalare)
La coltivazione differisce in base alla destinazione del prodotto come: 
Baccello fresco (fagiolino): vengono usati tipi “Bob” molto usati per colture meccanizzate. Vengono utilizzati dall’industria per poi essere inscatolati. I baccelli sono di colore verde intenso, cilindrici e lunghi. L’aspetto fondamentale è che il baccello, essendo costituito da due valve legate da vasi fibrosi, questi non devono essere troppo lignificati.
Baccello pieno sgusciato allo stato fresco
Seme secco classico usato per l’alimentazione.
Ci sono più varietà:
- Phaseolus vulgaris: tipo di fagiolo più usato;
- P. coccineus: fagiolo di Spagna
- P. Lumatus
- P. Acutifolius: utilizzato solo per miglioramento genetico
Tra i fagioli per seme ricordiamo diversi tipi: Bob, cannellini (bianchi e lunghi), borlotti (colore scuro screziato), tabacchino (color crema, più piccolo del cannellino)
Contenuto nutritivo: 20-25% di proteine; 50-70% di amido; 4-5% di fibra; calcio, potassio e fosforo. Non ci sono elementi anti-nutrizionali. La qualità viene espressa in base alla resistenza alla cottura. 
I terreni calcarei danno prodotti duri perché il calcio si addensa nelle vicinanze delle membrane. Il deficit idrico dà problemi di durezza e problemi nella cottura.
Il fagiolo è una specie macroterma. La temperatura per la germinazione è di 12-15°C quindi si può avere a partire dal mese di aprile. Per il resto del ciclo non sopporta molto le alte temperature: valori > 25-28°C possono danneggiare molto la coltura. Questa specie si avvantaggia molto dell’umidità dell’aria, infatti al momento dell’allegagione un’umidità bassa può dare cascola dei fiori, per cui si deve fare attenzione nel non avere la fioritura in luglio. In genere fiorisce quando il giorno comincia ad abbreviarsi, non sopporta venti e gelate primaverili.
Il terreno ideale non deve essere arido, con alto contenuto in calcare,con pH alcalino, soggetto a salinità o a ristagni idrici; bensì la tessitura deve essere di medio impasto il pH leggermente acido, altrimenti il prodotto finale sarà caratterizzato da una qualità scadente.
Nell’avvicendamento il fagiolo può avere il ruolo di coltura principale o intercalare nel caso delle varietà precoci. È considerata una specie miglioratrice, non un rinnovo, perché non sopporta la letamazione ed, inoltre, le varietà nane vengono seminate a 40 cm, per cui non possono essere sarchiate. In genere i tipi tardivi sono utilizzati per avere seme secco, mentre i precoci per avere fagioli freschi. Il fagiolino in genere si semina a luglio/ agosto per essere raccolto a settembre/ottobre, quindi può essere coltivato come intercalare dopo la raccolta del frumento. Tra le varietà precoci utilizzate per avere semi secchi abbiamo i borlotti, chiamati anche quarantini (=40 giorni).
La preparazione del terreno non prevede un eccessivo affinamento perché i semi sono di dimensioni abbastanza grandi da non avere problemi di emergenza. Si fa un’aratura media o leggera, l’apparato radicale non è molto potente, l’emergenza è con i cotiledoni epigei, per cui ci possono essere molti problemi in caso di crosta superficiale (mai terreni limosi).
La semina viene fatta a distanza di 80 cm, a volte viene fatta “a postarella”: vengono messi più semi nello stesso posto in modo che si possano aiutare l’un l’altro per rompere la crosta superficiale, in questo caso la distanza è di 20-30 cm. Per i tipi nani di fanno file di 40 cm (seminatrice) oppure di 5-10 cm (seminatrice pneumatica di precisione; 40-50 piante/ha). Spesso viene fatta una consociazione con il mais (il mais ha bisogni di azoto e il fagiolo ha bisogno di un sostegno, si fa solo con raccolta manuale). La profondità di semina va dai 4 ai 10 cm in base alla tessitura del terreno.
La preparazione del terreno richiede un leggero affinamento perché il seme è abbastanza grande, in genere si fa solo se si ha il problema della formazione di crosta superficiale (si evitano terreni limosi).
Concimazione: una letamazione potrebbe dare problemi fitopatologici, si usano solo concimi minerali: azoto: 50 kg/ha, 75 kg/ha di P2O5. Il calcio puà creare dei problemi alla coltura per cui il concime più usato è il fosfato biammonico (18-46), viene dato alla preparazione del terreno, alla semina potrebbe dare delle nascite disformi. 
Il diserbo può essere meccanico (motocoltivatore) o chimico, quest’ultimo può essere fatto: pre-semina (efficacia contro Cyperus), pre-emergenza o post-emergenza.
L’irrigazione è molto importante per avere un buon accrescimento e prodotti di qualità , bisogna usare acque dolci non alcaline. Turno fisso: 7 giorni. Turno variabile: non far scendere l’umidità del terreno al di sotto del 60%.
Avversità:
Elateridi: nei terreni argillosi si nascondono ed escono di notte, mentre nei terreni sabbiosi vengono predato dagli uccelli
Nottuidi: le larve stroncano il fusticino appena nato (geodisinfestazione), per il fagiolino bisogna fare attenzione alla persistenza dei prodotti usati.
Afide nero: prevenzione con prodotti di contatto
Ragno rosso: problema per le colture tardive, in quanto defoglia la coltura velocemente.
Tonchio: problemi per i semi secchi conservati in quanto depone le uova nei semi secchi, la larva cresca mangia i semi e poi sfarfalla. Bisogna quindi fare la lotta allo stadio di uovo con citotropici (subito dopo la raccolta o prima).

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