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Girasole

È una pianta molto diffusa nei paesi slavi. In Italia è diffusa solo nel centro perché la piovosità estiva permette di avere buone produzioni. Fa parte delle Asteraceae. Il girasole (Heliantus annus), prevede due sottospecie: sativus e ornamentali, inoltre sono 3 i tipi: medio-rutenico, austro-rutenico e armenico.
Viene utilizzata per l’estrazione di olio destinato all’alimentazione umana, i panelli sono usati in zootecnia. Inoltre i semi possono essere usati come mangime per uccelli oppure possono essere tostati e venduti per l’alimentazione umana. I girasoli possono essere utilizzati anche a scopo ornamentale. In Russia vengono coltivati anche dei tipi da foraggio, ma sono poco usati.
I semi sono degli acheni, frutti secchi indeiscenti (contenuto in olio va dal 35% al 67%, le proteine vanno dal 20 al 30%). La radice è un fittone molto robusto, il fusto è costoluto, peloso, può essere alto fino a 15 m, ma in genere è 150-250 cm (vengono preferite specie basse), le foglie sono picciolate e semplici, i fiori sono composti, le infiorescenze sono delle calatidi di 20-25 cm in media, dotate di movimento eliotropico col tempo si fermano in direzione nord-nord.est, il movimento è regolato da ormoni. La disposizione di foglie e rami in linea di massima segue la serie di Fibonacci.
I grassi sono composti per 40% di acido oleico, per il 60% di acido linoleico, i tipi selezionati hanno fino all’80% di acido oleico, la qualità è superiore, ma sono meno produttive. L’olio ha la caratteristica di produrre, a temperature alte, acroleina, un’aldeide tossica per il fegato.

Lo sviluppo comprende delle fasi ben precise.
- Germinazione-emergenza. 
- Formazione delle foglie (fino a 5^-6^ foglia)
- Bottone fiorale: resta latente per molto tempo
- Fase di crescita
- Fioritura
- Formazione e maturazione dei semi: momento più delicato. Siccità, temperature alte o attacchi parassitari limitano la produzione finale.

È una coltura macro-terma: fino a 5°C non subisce danni. La germinazione in genere si ha da 10°C in poi (temperatura del terreno) che in genere si hanno da metà marzo. L’optimum è sui 18-24°C, al di sopra dei 27°C non si hanno buoni risultati. I semi devono germinare al più presto perché più soggetti alla decomposizione che dà acidi.
L’apparato radicale è profondo ma abbastanza sensibile agli stress idrici, soprattutto durante il periodo di formazione degli acheni. Indice di conversione: per un grammo di sostanza secca ci vogliono 450 grammi di acqua.
I terreni non devono essere nè calcarei, nè alcalini, nè eccessivamente sciolti perché poveri, sono preferibili terreni con pH tendente all’acido.
Secondo le somme termiche possiamo dividere in classi che vanno da 1600 a 3000. Le varietà precoci possono utilizzare al meglio la piovosità primaverile, ma nel sud Italia non ha avuto successo.
Il ciclo colturale va da metà marzo a settembre-ottobre. Buone produzioni si aggirano sui 35 q/ha, il prezzo si aggira sui 40€/q.
Nella rotazione è considerata una coltura da rinnovo perché viene sarchiata (da 5 a 8 piante/m2) , sopporta le letamazioni e quindi lascia alla coltura successiva una buona preparazione. Va bene dopo un prato. Se nella rotazione c’è una crucifera bisogna lasciare un intervallo di almeno 2 anni tra le due, altrimenti possiamo avere attacchi di sclerotinia, colza e girasole non vanno mai nella stessa rotazione a meno che essa non sia quinquennale. Per quanto riguarda l’azoto risulta una sfruttante, il lato positivo sta nella struttura che conferisce al terreno. 
Le file vengono disposte a distanze di 70 cm, per avere una densità di 5-8 piante/m2 (varietà precoci a distanze minori, le tardive a distanze maggiori). L’epoca di semina va dalla prima quindicina di marzo. La semina anticipata porta ad un risparmio di acqua ed a produzioni maggiori. I semi sono quasi sempre conciati.
La concimazione (produzione di 35 q/ha) prevede la somministrazione di 80-120 kg/ha di azoto, 30-50 kg/ha di P2O5 e con 250 kg/ha di K2O. Il potassio di solito è accumulato nel fusto quindi si deve interrare lo stocco, basta quindi integrare gli apporti solo con 50 kg/ha. In genere può essere somministrato in più forme come solfato di potassio, feldspato e granito. Per quanto riguarda il fosforo, i terreni non sono acidi il fosfato monocalcico tende a retrogradare: prima diventa bicalcico e poi tricalcico (insolubile) e quindi non utilizzabile. Quindi il concime si posiziona vicino al seme, visto che è immobile. L’azoto alla semina viene dato in quantità di 1/3 o 1/2, il resto in copertura.
Per la preparazione del terreno bisogna fare un’aratura a 35-40 cm, se il terreno argilloso si consiglia di preparalo a novembre. L’amminutamento non deve essere eccessivo perché il seme non è molto piccolo, può essere fatto con frangizolle (erpice a disco) o fresatrice.
L’irrigazione è necessaria nelle zone asciutte. Si fanno dei turni di 15-20 giorni, considerando l’acqua disponibile: 30-40% e valori di 50-60 mm di evaporato. Nella altre zone si può fare un’irrigazione di soccorso durante le fasi più delicate per la crescita, l’allegagione e la formazione dei semi. Indice di cconversione: 450 gr di acqua per 1gr di SS.
Di girasole ci sono molte varietà, le distinguiamo principalmente in base al contenuto di acido oleico, ed anche molti ibridi quelli con alto acido oleico sono usati per l’alimentazione umana e quelli con alto acido linolenico sono usati per l’alimentazione animale. In genere con produzioni maggiori abbiamo un minore contenuto in acido oleico. Si possono distinguere le varietà anche in base al contenuto in olio che va dal 35 al 69%.
La raccolta può essere fatta con la mietitrebbiatrice modificata ad un umidità di circa il 12%, per avere una buona conservazione non bisogna superare il 9% di umidità.
Avversità: nottuidi e grillotalpa (geodisinfestazione)

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