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Piante industriali - patata

Viene coltivata per molteplici usi: il tubero per l’alimentazione umana e animale, poi l’amido viene usato a vari scopi: per produrre materiale plastico, per distillato, ecc. La parte edule è il tubero (non se è verde), la parte aerea produce solanina, un alcaloide tossico.
La patata (Solanum tuberosum) ha la radice che presenta un fittone non molto robusto che tende a ramificarsi, si presenta quasi fascicolato, è una pianta stolonifera, dagli stoloni ingrossati si hanno i tuberi. Se il tubero è troppo superficiale inverdisce, se troppo profondo è più difficile scavarli, è auspicabile che i tuberi siano vicini al fusto piuttosto che dispersi, il miglioramento genetico è volto a migliorare questa caratteristiche. Il fusto è quadrangolare, verde intenso e ramificato, le foglie sono lobate, il frutto è una bacca che può contenere o meno dei semi, l’infiorescenza è apicale ed è a racemo (bianca o viola).
La riproduzione viene fatta con i tuberi o pezzi di tuberi, a volte anche con i semi (a volte possono anche essere sterili). 
Può essere coltivata da inverno a primavera (Campania), oppure da primavera a estate (ciclo normale, coltivata in Sicilia, Calabria). Per coltivare in asciutto le patate devono essere scavate entro giugno. Le patate novelle invece sono quelle che vengono scavate a maggio.
Il prezzo si aggira sugli 0,08-0,12 €/kg (può cambiare in base alla precocità)
La semina in genere si fa intorno a metà aprile, se si fa più tardi la tuberificazione è scadente. La patata bisestile si semina a febbraio e si raccoglie a giugno.
Il tubero può essere tondo o allungato, la parte prossima al terreno viene chiamata apicale, quella più bassa ombelicale (da qui parte lo stolone). Le gemme presenti sul tubero vengono chiamate occhi, questi possono essere più o meno infossati (per l’industria il carattere migliore è di gemma superficiale). In genere gli occhi si trovano nella parte apicale. Se si vuole seminare con tuberi tagliati in pezzi si deve stare attenti a tagliare i tuberi in senso trasversale in modo da avere un pari numero di gemme. I tuberi possono essere a pasta gialla (preferita per la cucina e per l’industria) o bianca (migliore per la produzione di distillati, amido e gnocchi) che è più produttiva, ha più acqua per cui è meno consistente. Il periderma esterno può essere anche rosso o violetto.
Per quanto riguarda le esigenze termiche dobbiamo tenere conto che le patate gelano già a 2°C. La vegetazione comincia a 10°C, l’optimum si ha a 25°-28°C, meglio non superarle. È molto esigente in luce, con molta umidità si hanno problemi di peronospora e marcescenza (alternanza secco-asciutto problemi di scabbia). La pianta è brevidiurna, con giornate corte si ha il risveglio delle gemme, la tuberificazione inizia dopo giugno. 
Per una giusta formazione del tubero non vanno bene terreni compatti, argillosi, alcalini, salini e umidi. Le condizioni ideali sono date da: terreni sabbiosi o di medio-impasto, sub-acidi, ricchi di potassio, azoto e sostanza organica.
La patata è una pianta da rinnovo perché richiede letamazioni e lavorazioni profonde. Una monocoltura darebbe problemi di nematodi e dorifora. Va bene una precessione del frumento o di altri cereali (l’importante è che non siano colture soggette alla peronospora). La preparazione del terreno consiste in un’aratura profonda dopo una letamazione o un sovescio.
Concimazione: quella di fondo viene fatta con letame e urea (non oltre l’ 1/3 del totale di azoto), quella di copertura con nitrato amminico. Esigenze per 100 q di tuberi raccolti: 50 kg di N, 25 kg di P2O5, 75 kg di K2O (in genere 100 kg/ha di K2O). La produzione media è di circa 300 q/ha, produzioni alte si aggirano sui 500 q/ha (-> 250 kg di N, 125 kg di P2O5, 375 kg di K2O). Nel caso di semina a postarella viene dato al momento della semina un concime binario come il 18-46 (fosfato biammonico)
Le malerbe possono essere eliminate con sarchiatura (tra le file con motocoltivatore e sulla fila a mano), oppure con un diserbo in pre-emergenza (consigliato), pre-semina o post-emergenza. La germinazione è lenta (15-20 giorni) questo dà due problemi: 
I concimi a pronto effetto vengono dilavati, quindi mai dare >1/3 del totale di urea.
Il terreno, non essendo coperto per circa 20 giorni, ha bisogno di un diserbo pre-emergenza o sarchiatura.
L’irrigazione può essere fatta per aspersione (meno indicata per problemi fitosanitari) o per infiltrazione laterale da solchi, in genere viene fatta nel periodo di maggio-giugno, perché se c’è un periodo secco il prodotto sarà costituito da patate molto piccole. Se si utilizza il turno fisso questo si aggira sui 7-10 giorni. Non bisogna mai scendere al di sotto del 40-60% dell’acqua disponibile o 30-40 mm di evaporato.
La semina viene fatta a file distanti: 60-75x 20 cm, la densità va da 5 a 7 piante/m2, le tardive, più produttive, vengono disposte a densità minori. Dopo la semina per evitare che le patate fuoriescano dal terreno si fa una successiva rincalzatura. La profondità è 10-15 cm. Si può anche fare una concimazione tra un tubero all’altro (fosfato biammonico o perfosfato), il solfato ammonico non deve mai andare a contatto con le colture perché è caustico, inoltre dà un residuo acido nel terreno.
Avversità: peronospora (trattamenti preventivi), scabbia (controllo con irrigazione o drenaggio), nematodi (evitare che la patata ritorni sullo stesso terreno per almeno 2-3 anni), virosi (usare materiale di propagazione virus-esente a sua volta coltivato in ambienti con condizioni avverse ai virus come in alta montagna), dorifora (rotazioni, Carbaryl o esteri fosforici).
La raccolta deve essere fatta nel periodo più opportuno che viene individuato controllando che le patate non siano nè troppo tenere, nè la formazione del periderma sia troppo spinta. Con il rifrattometro si controlla che le patate non contengano un’alta quantità di zuccheri riduttori (problema in ambienti più freddi). In genere a questo punto la pianta è secca. La conservazione deve essere fatta in ambianti freschi ed asciutti, ma non molto freddi.

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