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Lino

Nel passato era una pianta molto importante per la fibra, ora ha più importanza per la produzione dell’olio per uso alimentare e non. Per l’alimentazione umana è molto importante perché l’olio ottenuto dai semi contiene molti acidi grassi monoinsaturi precursori degli omega (linoleico, linolenico, oleico, palmitico). A livello industriale è usato per vernice. Il residuo di lavorazione della produzione di olio consiste in panelli di lino che sono usati per l’alimentazione animale.
La coltivazione cambia a seconda se il prodotto principale è la fibra (viene coltivata più fitta per avere piante più alte e con meno foglie) o i semi. 
Il lino (Linum usitatissimum) fa parte della famiglia delle linaceae. È una pianta originaria della zona del Mar Caspio, non si adatta molto bene ai climi meridionali, infatti per questo il Canada si adatta molto bene ad ospitare questa coltura. In Italia non ci sono più molte coltivazioni ma ne viene importata una buona quantità. Abbiamo due ecotipi:
Lino da fibra: fusto alto, lungo fino ad 1 m, poco ramificato, fusto elastico, pochi fiori (azzurri o bianchi). I semi si trovano nelle capsule a 5 logge e sono piccoli, rossastri e bruni.
Lino da seme: taglia bassa (circa 60 cm), ramificata, fibra corta, infiorescenza sviluppata, fiori azzurri e violacei. I semi sono più grossi e di colore rosso, quando vengono in contatto con l’acqua calda, danno una sostanza mucillaginosa usata a scopo per medico per pomate.
Il seme contiene: 31% di grassi, 25% di proteine, 30% di fibra, 5% di mucillagine. La radice è un fittone poco ramificato che facilita la roccolta che può essere fatta per estirpazione. Il frutto è una capsula. Il fiore è composto da 5 petali. Il peso di 1000 semi è 5,5 g. 
Esigenze climatiche: per la germinazione servono almeno a 10°C, fiorisce a 15°C e matura a 20°C. Le temperature alte stimolano la ramificazione, quindi sono adatte ai tipi da olio. Durante l’inverno non sopporta temperature sotto lo 0.
Preferisce terreni non argillosi (meglio se di medio impasto), profondi, ben dotati di sostanza organica (intorno al 2-3%, valori superiori danno problemi di alletamento). Il pH ottimale è meutro o sub-acido. Non sopporta ristagni idrici.
Il lino da fibra si semina da ottobre a dicembre (es: sicilia), il ciclo dura 180-200 giorni. Il lino da olio si semina da febbraio ad aprile (es: piemonte), il ciclo dura 80-100 giorni.
Nella rotazione il lino è una pianta da rinnovo. Non va bene dopo l’erba medica perché non sopporta eccessi di sostanza organica. La monosuccessione non viene mai fatta, si consiglia di non far ritornare sullo stesso terreno la coltura per almeno 5-6 anni.
La preparazione del terreno viene fatta con un’aratura a 35-40 cm, poi viene fatta una rullatura, ma non nei terreni argillosi. Non si deve accedere con la profondità. Per i tipi da fibra le file vengono disposte in modo molto fitto, a 10 cm per avere 1800-2000 piante/m2, si usano 180-200 kg/ha. Per i tipi da olio si usano 80-90 kg/ha di semi per avere 800-1000 piante/ha distanza tra le file 10 cm, cambia la disposizione sulla fila.
Concimazione: non bisogna eccedere nella letamazione. L’azoto viene distribuito in due interventi, ne vengono dati 80-100 kg/ha. P2O5:80 kg/ha; K2O: 50-100 kg/ha che vengono dati all’atto della preparazione del terreno.
Il diserbo può essere fatto in: pre-semina, pre-emergenza (es: Linuron o Linacil) o post-emergenza (quando le piante hanno 15 cm di altezza). L’irrigazione prevede almeno tre interventi fondamentali: il primo tra primavera- estate...
La raccolta per estirpamento può essere fatta in modo meccanico. Con la falciatura, anche se bassa, una quota notevole resterebbe nel terreno. Dopo l’estirpamento le piante vengono raccolte in andane. Il momento adatto per la raccolta si ha quando il colore della pianta comincia a virare, cominciano le foglie basali, poi quelle via via superiori. Nel caso di coltivazione per seme la raccolta si fa quando sono pronte le capsule.
La fase di macerazione delle fibre viene a terra, ogni tanto bisogna girarla, l’operazione viene conclusa in circa due settimane. Se la maceratura non viene fatta bene, ci sono problemi per la stigliatura. Il rendimento di stigliato è del 30%. La qualità del prodotto dipende dalla zona di coltivazione (Es: sono di alta qualità di lini delle Fiandre).

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