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La vita di Mariano Josè de Larra (1809 – 1837)

La vita di Mariano Josè de Larra (1809 – 1837)


La vita

Quando si cerca di attribuire la definizione baudeleriana di romanticismo, “la grazia celestiale o infernale, alla quale noi dobbiamo delle stimmate eterne”, ad uno scrittore spagnolo dell’epoca, si pensa subito a Larra. Larra non arriverà a sublimare tutto questo in un iperuranio artistico, e il dono dell’epressione lo ricevette solo per distruggere. E siccome a quel tempo la forma migliore della satira era quella del giornalismo, Larra fu un ottimo giornalista, il più colto, il più intelligente, il più intellettuale e moderno dei romantici spagnoli, in definitiva il maestro del movimento, con la sua capacità di  vivere con passione il suo destino personale e la sua presenza pubblica, fino al colpo di pistola del 1937, stesso anno della morte suicida – omicida di Puskin.
E le stimmate di cui parlava Baudelaire Larra sembra portarle sin dall’adolescenza, per una colpa oscura eppure inevitabile. Rifiuterà le certezze di un impiego burocratico e si darà al giornalismo militante, vivendo, nonostante la posizione benestante della famiglia, tra  continue ristrettezze. Sposatosi a vent’anni, fu un matrimonio sbagliato, di cui si pentirà, e il suo pentimento sarà poi riversato in El casarse pronto y mal, uno dei suoi migliori articoli, dove la confessione personale si colloca nello sfondo della dimensione politiche, con la sua forte critica all’intellettualità formatasi nell’illuminismo, una intellettualità vacua, incapace di accostarsi pragmaticamente ai problemi della Spagna contemporanea. Saranno l’amore sbagliato per Dolores Armijo e la lotta politica a distruggere la sua vita, rendendola tragica.

Tratto da LETTERATURA SPAGNOLA di Gherardo Fabretti
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