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Soledades di A. Machado


La sua prima opera fu Soledades, Galerìas y otro poemas. Il primo titolo implicava un duplice riferimento alla tradizione: quella della canzone nostalgica del bene perduto (che ha radici ispaniche nella soleà, vale a dire nella copla popolare andalusa) e quello della poesia alta di Gongora. Il secondo titolo, metaforico, implicava la partecipazione profonda del poeta per un tema che andava allora molto di moda: il labirinto, i mondi sotterranei e irregolari dove è possibile trovare una, seppur parziale, temporanea decifrazione del mistero, una comunicazione col profondo. Quello del labirinto è un tema ricorrente nelle epoche di crisi; prima di allora era stato usato dall’ellenismo, dal manierismo e in maniera spropositata dal decadentismo. Labirinto come solitudine dell’anima nella galleria del tempo, come fuga dal tedio e dalla dissoluzione, alla ricerca della luce; le Soledades sono un esorcismo contro il nulla, contro l’anarchia sentimentale e quindi contro le forze del dissolvimento.  Temi fondamentali del libro sono: morte come costante termine di riferimento dell’emozione temporale; la natura rammentata attraverso la memoria di una fonte o di una pianta (ricordiamo la bellissima poesia in cui Machado, nel patio della sua casa Sivigliana, confonde i dorati limoni di un ramo con il loro riflesso nell’acqua di uno stagno); la donna vista attraverso l’illuminazione rapida di un gesto o di un abito. Tutte le suggestioni ora descritte vengono però filtrate in una costante rielaborazione simbolica condotta attraverso la dimensione del sogno. Prendiamo come esempio la settima lirica della raccolta, dove oggetti quotidiani e immagini di sogno si mescolano all’insegna della nostalgia e del ricordo. Poesie di lessico semplice e rima povera, nascondono ampissime prospettive spirituali, di cui Machado era perfettamente conscio se invitava i suoi lettori a non leggere ad alta voce i suoi componimenti, perché è nella mente che il suono dei suoi testi si fa più puro e gradevole. Naturalmente la poesia di Machado ha dietro una illustre tradizione: da Becquer, al modernismo e al simbolismo, per non parlare delle numerose letture filosofiche che in quegli anni coltivava. La semplicità inoltre è frutto di una evoluzione dello stile machadiano, che tra il 1903 e il 2907, e lo vediamo in Galerìas, perde man mano l’abitudine alla retorica decadente, allo struggimento informe ed estetizzante e si dirige verso la profondità e la semplicità. Le stesse immagini (tuniche, fonti di marmo, cripte, giardini) che prima esprimevano un moto di ripiegamento, adesso si riempiono di un sentimento semanticamente molto più vasto. La stessa personalità del poeta era simile al suo modo di poetare: la pigrizia, la trasandatezza, il suo fumare accanito, la bontà congiunta all’ironia, in definitiva la sua aria paciosa, nascondeva un animo dirompente e trascinante.

Tratto da LETTERATURA SPAGNOLA di Gherardo Fabretti
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