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Problemi disciplinari e teologici a Roma e Cartagine


Il quarantennio di pace permette alla Chiesa di affrontare nuovi problemi disciplinari e teologico. Il primo è sempre quello della difesa dagli attacchi dei pagani. Ricordiamo: Cipriano con:
- Ad Donatum: sulla contrapposizione tra immoralità dei costumi pagani e sulla santità di quelli cristiani.
- Ad Demetrianum: la responsabilità dei pagani per le disgrazie dell'impero e il tema dell'invecchiamento del mondo e della prossimità della fine.
- Quod idola dii non sint: la critica delle divinità pagane identificate con uomini divinizzati. Commodiano con il Carmen Apologeticum, un poema in lingua latina.
Il problema principale della Chiesa era come comportarsi con gli abiuratori durante le persecuzioni di Decio e Valeriano. Si distinguevano in:
- sacrificati = avevano senza dubbio sacrificato
- thurificati = avevano solo bruciato incenso
- libellatici = si erano solo procurati il certificato
C'erano poi quelli che pur non avendo abiurato non avevano patito le torture e c'erano quelli che invece l'avevano patita (i confessores) e pretendevano una parte significativa nel decidere la riammissione dei caduti.
A Cartagine Cipriano nel 251 dice che i sacrificati potevano essere riammessi solo se erano in pericolo di vita. Le altre due categorie erano riammesse dopo un piccolo atto di penitenza.
A Roma la situazione è invece più complessa. Alla morte del vescovo Fabiano, la chiesa di Roma era retta da un collegio di presbiteri tra cui spiccava Novaziano, possibile prossimo vescovo. Novaziano approvava per lettera il comportamento prudente di Cipriano. Novaziano non verrà invece eletto papa, e al suo posto sarà scelto Cornelio che assumerà un atteggiamento abbastanza indulgente. A quel punto è Novaziano che assume un atteggiamento più rigido. Nasce un conflitto teologico che è anche tra vescovi. Cipriano sosteneva che i seguaci di Novazioano se volevano essere riammessi nella comunità dovevano essere ribattezzati perchè il battesimo dell'antipapa Novaziano non aveva valore. Con Stefano, successore di Cornelio, la polemica si seda e il battesimo viene ritenuto valido.
Cipriano scrive poi il De catholicae Ecclesiae unitae. Abbiamo due versioni di questo scritto: uno, in più versioni, dove si afferma che il primato autoritario della Chiesa di Roma è solo onorifico, e un altro dove il primato è effettivo. Probabilmente non si tratta di interpolazioni ma di un effettivo irrigidimento della posizione di Cipriano.
Intanto Novaziano perfeziona il tema della trinità nel suo De Trinitate, opera che difende la cristologia del Logos ed è fortemente influenzata da Tertulliano, anche se si elimina la distinzione tra Logos immanente e Logos proferito e la generazione del Logos è indipendente dalla creazione del mondo. Lo Spirito Santo è solo una potenza divina di santificazione.
Ricordiamo infine la Scuola di Antiochia che contro Origene propendeva per una esegesi più letterale del testo biblico.

Tratto da STORIA DEL CRISTIANESIMO di Gherardo Fabretti
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