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Orientamento del cinema europeo del tardo '900


Il cinema europeo è stato testimone di notevoli innovazioni stilistiche negli anni’60 e ha cercato di adattarsi a esse nei decenni seguenti. I registi hanno affrontato apertamente la sfida della tv; alcuni la presero come esempio, altri si legarono ai modelli cinematografici stabiliti, ma nessuno fu in grado di fermare il pubblico che si stava allontanando. Il paradosso del cinema è che ha continuato a esistere nonostante un insufficiente numero di spettatori. E’ diventato un territorio protetto sponsorizzato da mecenati, aiutato dallo stato e finanziato dalle reti televisive.
Non sorprende che nei paesi in cui gli spettatori hanno avuto un maggior calo (Inghilterra e Germania) siano intervenute drastiche scelte estetiche, mentre Francia e Italia, che mantennero un ragionevole numero di spettatori, dimostrarono maggior cautela. L’Inghilterra scelse la tradizione (una combinazione di trame lineari, sentimenti toccanti e perfezione tecnica). D’altro canto la Germania, meno interessata al successo, ha esplorato tutte le potenzialità nei processi figurativi. L’Europa nell’ultimo quarto del secolo, ha affrontato aspri conflitti che però non hanno messo in serio pericolo la sua stabilità. Le immagini, che condensano e semplificano sono divenute centrali per esprimere lo stress e l’ansia contemporanei. Confrontandosi con tendenze distruttive L’Inghilterra ha reagito rinchiudendosi nella nostalgia; ha promosso un immagine del passato descritto come perduto per sempre. La Germania non si è occupata della storia, ma ha affrontato in modo dinamico la problematica relazione tra passato e presente. In entrambi i paesi il cinema ha portato sullo schermo argomenti pressanti o clamorosi. c’è stata certamente un’incongruenza tra le rivendicazioni espresse nelle manifestazioni, nei cortei o sui giornali, e la descrizione cinematografica di questi eventi.
Tuttavia è nelle immagini che si origina la consapevolezza della propria situazione per la maggior parte della gente, e questa è la ragione per cui le immagini, per quanto possono essere distorte sono documenti significativi per gli storici.

Tratto da CINEMA DEL NOVECENTO IN EUROPA di Laura Righi
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