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Il trattamento familiare psicoeducativo per la schizofrenia


Il trattamento familiare psicoeducativo di base consta di 3 moduli:
modulo informativo o psicoeducazionale: descrizione delle caratteristiche del disturbo, riconoscimento dei segni precoci di ricadute, trattamento farmacologico,  strategie per gli effetti collaterali, strategie per aumentare la compliance al trattamento;
modulo di insegnamento di abilità di comunicazione: esprimere i sentimenti positivi, fare richieste in maniera positiva, esprimere i sentimenti negativi, ascolto attivo,
modulo di problem solving: identificare un problema, elencare le possibili soluzioni, valutare i vantaggi e gli svantaggi di ogni soluzione, scegliere la soluzione migliore, fare un piano di attuazione, verificare l’efficacia del piano.
Il trattamento è preceduto dalla valutazione dei punti di forza e dei lati deboli del nucleo familiare e dalla definizione di obiettivi di ciascun membro e della famiglia nel suo insieme: si determinerà così una baseline quanto più approfondita possibile su cui confrontare i successivi cambiamenti ottenuti.
Lo scopo non è solo quello di fornire ai familiari al alta EE maggiori conoscenza sulla malattia per portare alla revisione di alcuni atteggiamenti poco produttivi nella gestione del paziente, ma soprattutto quello di sviluppare nel paziente capacità di autogestione del disturbo mentale, nella consapevolezza che il maggior esperto del proprio disturbo sia proprio il paziente.
Fornire una diagnosi di malattia al paziente e ai familiari è utile affinchè si eviti di utilizzare il modello di “illness” come ruolo sociale di una persona malata incapace fino a che non venga validamente curata e che alla diagnosi, prima fase della comunicazione, faccia sempre seguito la prognosi, intesa come continuum di comunicazione, atto a fornire informazioni dettagliate che evitino il ricorso a fonti discorsive o all’immaginazione personale.
Il modulo di insegnamento di abilità di comunicazione comprende le quattro abilità fondamentali di comunicazione che più sono apparse carenti nelle famiglie sotto stress.
Particolare rilevanza acquista l’espressione di emozioni piacevoli: anche in famiglie senza particolari problemi la frequenza di espressione di tali emozioni in relazione a comportamenti gratificanti di altri membri della famiglia è particolarmente bassa e pari a 1 volta su 10, mentre quasi 9 componenti su 10 vengono rimarcati.
Appare fondamentale ridurre l’espressione di sentimenti spiacevoli ed incrementare quella di sentimenti piacevoli, attraverso un addestramento dell’espressione e valorizzazione di questi ultimi.

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