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Il problem solving come strategia di intervento alla schizofrenia


Secondo il modulo di problem solving (6 step), quanto più una famiglia è in grado di risolvere insieme i problemi tanto più essa sarà capace di fronteggiare in modo costruttivo gli stress quotidiani e di raggiungere gli obiettivi individuali.
Solo dopo un completo e soddisfacente apprendimento di quanto previsto dai 3 moduli di base, si può passare al training di abilità di vita che comprende abilità di conversazione, nella cura di sé, ricreative, lavorative, nelle relazioni intime, di soluzione dei problemi e raggiungimento di obiettivi, di autogestione del disturbo mentale.
Due caratteristiche specifiche dell’approccio di Pallon sono costituite dal rilevamento dei segni precoci di crisi e dal trattamento intensivo domiciliare. I soggetti esposti a situazioni stressanti reagiscono con segni aspecifici, variabili da persona a persona. Negli individui vulnerabili a disturbi mentali questi segni aspecifici possono precedere di un intervallo variabile di tempo, ma in genere di alcuni giorni, la comparsa di sintomi più disturbanti.
Tale tipo di intervento necessita che un equipe multidisciplinare sia in grado di offrire a domicilio lo stesso trattamento di un buon reparto ospedaliero e un assistenza medica e infermieristica h24 con possibilità di frequenti interventi dello psicologo, dell’assistente sociale e del riabilitatore. Tale tipo di intervento ha il pregio non solo di essere più efficace del classico ricovero ma anche quello di ridurre il rischio di recidive precoci post-crisi, frequenti 4-6 settimane dopo un ricovero convenzionale.
Un trattamento domiciliare può configurarsi come una modalità di intervento paragonabile ad un ospedale diurno e può permettere una dimissione più veloce in quei casi dove si sia reso necessario il ricovero.
L’efficacia del trattamento integrato è comparabile solo a quella dell’intervento di crisi quanto a benefici clinici e sociali per il paziente e a livello di stress e di morbidità associata dei familiari; i costi dell’intervento integrato sono risultati nettamente inferiori a tutti gli altri e se si valuta il rapporto costo/benefici, risulta evidente l’alta efficienza dell’intervento integrato psicoeducativo.
E’ in fase avanzata di realizzazione uno studio multicentrico internazionale – Optimal Treatment Project – per valutare i benefici clinici, sociali ed economici di questo tipo di intervento: 20 servizi nel mondo (tra cui il S. Daniele del Friuli) sono stati addestrati a condurre l’intervento su pazienti schizofrenici ed i risultati conseguiti saranno giudicati da valutatori indipendenti ogni 3 mesi nel corso di 5 anni. Questo studio, unico nel suo genere per il rigore metodologico e la lunghezza del follow up, vuole costituire uno standard per i servizi di salute mentale cui far riferimento per verificare la qualità dell’assistenza fornita.
Appare evidente che atteggiamenti di elevata EE siano una caratteristica non solo dei familiari di pazienti schizofrenici ma anche di tutte le famiglie di pazienti affetti da patologie, psichiatriche e non, che presentano un decorso cronico o remittente.
Sulla scorta di tale osservazione si stanno sviluppando pacchetti di interventi psicoeducativi integrati rivolti al trattamento delle più gravi affezioni psichiche (depressione, disturbi d’ansia, anoressia e bulimia, disturbi bipolari).
Altri autori hanno evidenziato la possibilità che si possano rivolgere ai servizi anche chi ha difficoltà esistenziali e sociali non di diretta competenza psichiatrica mentre coloro che soffrono di psicosi funzionale grave non siano in carico.

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