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Maturazione postnatale dell’encefalo umano


Alla nascita e per i primissimi anni, le strutture nervose di un bambino sono simili a quelli di altri primati. Tuttavia, la corteccia cerebrale presenta già caratteristiche uniche: la corteccia frontale, le aree associative, che connettono fra loro le diverse aree sensoriali, e diverse aree del cervelletto sono più estese nella nostra specie. A causa dell’estrema immaturità dei circuiti corticali, la sopravvivenza e i comportamenti di un lattante nelle prime settimane di vita dipendono in gran parte dall’attività delle strutture corticali che assicurano le funzioni fisiologiche di base.
Dopo la nascita, nei mammiferi si osserva un periodo di maturazione di alcune aree corticali e cerebellari che nell’uomo continua fino alla fine del secondo anno di vita. Durante questo periodo, grazie allo sviluppo di un’estesa arborizzazione dendritica di diverse classi di interneuroni e a un’intensa attività sinaptogenetica, i circuiti corticali raggiungono la propria struttura definitiva.
Lo sviluppo delle arborizzazioni dendritiche dei neuroni corticali che si verificano entro i primi 2 anni di vita è simultaneo alla fase di maturazione dei comportamenti motori, cognitivi e verbali. Intorno ai 3-6 mesi di vita, iniziano a svilupparsi le aree corticali occipitali, temporali e parietali, da cui dipendono attività sensoriali e motorie.
Finché queste aree non sono mature, un bambino piccolo padroneggia soltanto i muscoli del volto, con cui può succhiare il latte ed emettere suoni poco distinti, ed è alquanto isolato sensorialmente.
Intorno ai 9-10 mesi, la corteccia prefrontale inizia a maturare e si sviluppano le connessioni fra le varie aree corticali che permettono di acquisire capacità cognitive più complesse: comprensione di messaggi sonori e visivi, apprendimento della comunicazione e del linguaggio. Il bambino inizia ad imitare gli adulti, comunica in modo intenzionale, fa uso di oggetti, scopre che un oggetto nascosto può essere ritrovato e non cessa di esistere; gradualmente sviluppa il linguaggio mentre abbandona man mano i suoni non linguistici con cui comunicava da neonato.
Dal decimo mese e fino ad oltre la fine del secondo anno di vita, i neuroni corticali producono un eccesso di sinapsi, gran parte delle quali formano nuovi circuiti necessari a registrare o ristrutturare apprendimenti, che comprendono l’acquisizione di nuovi vocaboli e di regole grammaticali, la produzione di giochi di tipo simbolico dove il bambino finge comportamenti adulti, l’assortimento di eventi, esperienze, memorie in categorie secondo disparati criteri.
All’età di due anni, quando una buona parte delle strutture grammaticali è stata acquisita e lo sforzo linguistico è meno intenso, la produzione di sinapsi declina. A partire dalla fine del secondo anno inizia un lungo processo di potatura sinaptica attraverso cui, gradualmente, i ridondanti circuiti cerebrali di un bambino piccolo assumono la forma definitiva.

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