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La commedia cinematografica


Negli anni ’30 in America nasce e si sviluppa la commedia musicale. I numeri grandiosi di Busby Berkeley, assunto come coreografo dalla Warner Bros nel 1933, consacrano subito il genere. Berkeley utilizza centinaia di figuranti e un’impressionante sfavillio di luci che rilanciano l’immagine e moltiplicano le prospettive. In breve la trama passa in secondo piano rispetto alle scenografie, fatte da geniali numeri coreografici che diventano veri caleidoscopi viventi.
Escono così nel 1933 Quarantaduesima strada e La danza delle luci, entrambi protesi all’apologia di un’America potente e rivitalizzata dal dollaro, in realtà fortemente in crisi.
La MGM intanto scopre la coppia storica Astaire – Rogers, facendola debuttare nel 1933 in La danza di Venere.
Nella grande famiglia della commedia non possiamo dimenticare naturalmente Frank Capra, che orienterà il genere verso la favola sociale e populista, aderendo totalmente con lo spirito rooseveltiano e mettendo in scena un’America sentimentale ed utopica, un po’ sempliciotta, dove bastano il coraggio e la fiducia dell’uomo a farlo trionfare sempre. Il suo Accadde una notte del 1934, con la Colbert e Gable, vince cinque premi oscar.
Altra colonna importante della commedia degli anni ‘3° è sicuramente Ernst Lubitsch, che da un certo punto di vista introduce il teatro al cinema, con un parlato che apre le porte ai giochi di parole, alle battute e alle finezze psicologiche; il famoso Lubitsch touch.

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