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Il cinema italiano degli anni '10


La rapida espansione degli anni ’10: il caso italiano.
È molto difficile definire e tratteggiare la nascita del cinema italiano. Negli anni ’10, l’Italia è un variegato e confuso mosaico di province tardivamente unificate, malandato, povero e mestamente ricurvo sulle glorie del suo passato. L’Italia di allora non aveva i mezzi per essere all’avanguardia nel mondo del cinema, così il cinema viene da fuori, da Parigi.
Un membro del foto club di Torino, Arturo Ambrosio, fonda nel 1904 una piccola società di produzione di film: corse automobilistiche, esercitazioni di truppe alpine, terremoti. Sono modesti reportages che nel giro di dieci anni saranno la punta di diamante di una cinematografia prima nel mondo. Ma il cinema italiano dipende molto da Parigi e da Parigi importa gli attori che gli servono per produrre i film. In sostanza l’Italia rifà i film francesi. La Itala, ad esempio, per la sua produzione di film comici ingaggia Andrè Deed, ribattezzandolo Cretinetti. L’Italia importa talenti francesi che esporteranno nello stivale un modo di fare spettacolo derivante direttamente dai teatri di posa di Parigi. È un grande successo, e i grandi introiti di capitali creeranno le basi per le prime produzioni veramente italiane, quelle dell’epopea.

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