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Aspetti clinici degli stati depressivi


•    L’umore si abbassa a assume una tonalità pessimistica o cupa; senso di inutilità. All’umore deflesso si correla l’aumento dell’irritabilità, dell’ansia, della rabbia.  Vi è un’instabilità fluttuante dell’umore nel corso della giornata: flessione massima nelle prime ore del mattino. Viene colto esclusivamente il lato negativo di ogni cosa. Ridotta capacità di reagire in senso emotivo sintonico a stimoli o eventi positivi. → L’umore è una funzione che ha oscillazioni periodiche e ricorrenti che coincidono con i cicli biologici (notte-giorno, ciclo mestruale, fasi stagionali).
•    Il comportamento è rallentato: facile affaticabilità, inattività, indebolimento della sfera volitiva. Le reazioni mancano di prontezza. La mimica è fissa, improntata a tristezza. Crisi di pianto.
•    L’eloquio è rallentato, espresso con tono basso e monocorde; contiene sempre sentimenti soggettivi di rinuncia e impossibilità a riceve aiuto.
→ Tuttavia il rallentamento non esclude episodi di agitazione con azioni afinalistiche e manifestazioni inappropriate e esagerate.
    Può essere presente un comportamento autolesivo, sino ai tentativi di suicidio. Questi ultimi si possono inserire come finalizzazione degli episodi di agitazione o comparire isolati al termine di una silenziosa programmazione
•    L’attenzione è coartata e fluttuante; tendenza alla focalizzazione prolungata e prevalente su esperienze negative; concentrazione possibile solo su un numero ristretto di oggetti.
•    La dimensione spazio-temporale è modificata: il tempo reale passa rapidamente, mentre il tempo vissuto appare fermo, immodificato dalle esperienze, con un continuo rimando negativo al passato, senza capacità di programmazione e motivazione verso il futuro.
•    La percezione subisce un indebolimento e una trasformazione. Gli stimoli ambientali vengono avvertiti come lontani, attutiti, estranei. Abbassamento della soglia di tolleranza a input consueti, che vengono percepiti come fastidiosi. Le attribuzioni di significato allo stimolo tendono ad avere una connotazione negativa. I fenomeni allucinatori (uditivi) sono di contenuto concorde con l’umore: voci accusatorie, giudicanti, che preannunciano sofferenza o morte.
•    L’ideazione è rallentata. È frequente un pensiero ruminante e ipocondriaco accompagnato a una certa quota d’ansia. Marker dell’ideazione del depresso: esagerazione di temi negativi, eccessiva polarizzazione, persistenza e prevalenza del tempo, povertà di enigrammi (= tracce mnestiche) e di temi. Con la progressiva flessione dell’umore sorge la componente ideativa delirante; le idee deliranti hanno generalmente una comprensibilità genetica rispetto al quadro clinico all’interno del quale si manifestano, spesso con una progressione temporale di gravità.
•    Il paziente soggettivamente lamenta un deficit mnestico, di solito per gli eventi recenti. Si pensa che esso sia secondario al deficit attentivo.
•    L’alterazione della sfera neurovegetativa si manifesta con:
- Disturbi della funzione sessuale (riduzione della libido);
- Disturbo dell’alimentazione (più spesso anoressia e dimagrimento, raramente iperfagia e aumento di peso);
- Alterazioni del sonno (difficoltà di addormentamento, sonno frammentato, risvegli precoci al mattino – insonnia tardiva). → Tali risvegli precoci favoriscono l’elaborazione di progettualità suicidarie, formulate nelle primissime ore del mattino, quando la deflessione dell’umore è più profonda.

Tratto da NEUROPSICHIATRIA di Maddalena Malanchini
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