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Disturbi dell’umore correlati alla disfunzionalità del livello limbico


La disfunzione delle strutture limbiche dovrebbe comportare una disfunzionalità dei processi di categorizzazione correlati alle emozioni semplici.
Una disfunzione limbica potrebbe esprimersi:
1. Come ridotta modulazione dell’attività rettiliana. → In questo caso l’espressività clinica del disturbo dell’umore è il Disturbo Depressivo Maggiore o il Disturbo Bipolare (vedi il punto A). Si rileva però un grado ridotto di modulazione emotiva anche nei periodi intercritici.
2. Come cristallizzazione polare del fisiologico fluire delle emozioni semplici dal polo positivo  (es. gioia) al polo negativo (es. tristezza). → In questo caso si dovrebbe rilevare:
- Maggiore responsività del quadro clinico alle vicissitudini interpersonali, sia in senso positivo che in senso negativo. Ovvero, pur all’interno di una ridotta modulazione affettiva, si dovrebbe rilevare una certa correlazione tra stato dell’umore e vicende esistenziali, in particolare interpersonali.
- Minore compromissione dei comportamenti connessi ai ritmi biologici di base → Infatti rimane una certa modulazione dell’attività rettiliana.
- Minor compromissione dell’attività sensomotoria → Infatti rimane una certa modulazione dell’attività rettiliana.
- Alterazioni cognitive espresse in modo più articolato.
In caso di cristallizzazione polare dell’attività limbica, l’espressività psicopatologia e clinica del disturbo dell’umore è il Disturbo Distimico e il Disturbo Ciclotimico (DSM-IV-TR). Si rileva quindi una tendenza alla cronicità delle manifestazioni cliniche.

Tratto da NEUROPSICHIATRIA di Maddalena Malanchini
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