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Elementi del film. Inquadratura


L’INQUADRATURA

L’inquadratura può essere definita come l’unità di base del discorso filmico e si articola su una doppia dimensione spazio-temporale: nello spazio essa è la porzione di realtà delimitata dai suoi stessi bordi, nel tempo è la durata compresa fra un doppio effetto di montaggio (solitamente uno stacco, a volte una dissolvenza o, più raramente, una tendina, un iris, ecc.): quello che l’avvia e quello che la conclude.
A volte si sostituisce impropriamente il termine inquadratura con quello di piano; più correttamente il primo intende che l’immagine cinematografica è racchiusa da una cornice che inquadra una porzione di spazio, mentre il secondo è la porzione di spazio inquadrata.
Ogni inquadratura è sempre il risultato di scelte relative a due livelli: il primo è quello del profilmico, ovvero di tutto ciò che sta davanti alla macchina da presa e fa concretamente parte della diegesi del film, ossia della storia narrata (ambienti, personaggi, oggetti, situazioni emotive, ecc.); il secondo è invece quello del filmico, che concerne il livello discorsivo propriamente detto, il linguaggio del cinema, o, più semplicemente, i modi in cui vengono rappresentati gli elementi profilmici. Ogni inquadratura ci mostra dunque sempre qualcosa e lo mostra a noi in un determinato modo.

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