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Impresari del teatro italiano. Ardenzi e Zard


Lucio Ardenzi. (1922/2002)

L’impresario privato che ha raggiunto il maggior successo commerciale del dopoguerra. La sua Carriera inizia come attore al fianco di Vittorio Gassman, in seguito diviene l’artefice delle fortune di molti personaggi dello spettacolo. E' da ascrivere a suo merito la fortuna di “Morte di un commesso viaggiatore”di Arthur Miller. Con spirito imprenditoriale gestisce compagnie e repertori, suddivide le imprese “secondo i pubblici”tanto da conseguire il “biglietto d’oro dell AGIS”. Si impegna nel dibattito che vede gli operatori teatrali contro la tassazione sugli spettacoli, si batte per gli impresari privati contro la distribuzione “a pioggia”dei contributi statali. Negli anni 70 porta in palcoscenico accanto ai tradizionali attori di prosa i divi di cinema e tv.

David Zard. (1943/)

È l’impresario in attività più noto al pubblico giovanile (2003, Notre Dame de Paris). L’episodio più famoso della carriera di Zard è il concerto dei Led Zeppelin al Vigorelli di Milano. Zard capisce che l’impresariato muore se le case discografiche o i contestatori organizzano concerti gratis che non necessitino della figura dell’organizzatore o che non procurino ad esso una mediazione retribuita. Allora mette in moto un meccanismo definito dalla pubblicistica giovanile brutale: disponendo di forti capitali a Londra offre agli artisti e soprattutto ai loro manager cifre doppie e quadruple di quelle offerte da piccoli impresari, la mossa è vincente.
Gli studi sulla professione dell’impresario di ieri e di oggi risentono di quella che è stata nei secoli la cattiva fama dell’impresario o dell’agente teatrale.

Tratto da POLITICA DELLO SPETTACOLO di Laura Righi
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