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Gioco nella comunicazione. Valori inespressi della società


I giochi sono manifestazione d’arte popolare, reazioni sociali, collettive all’impulso e all’azione di una cultura. Come le istituzioni, sono estensioni dell’uomo sociale e della politica del corpo. Sono, inoltre, modi per adattarsi allo stress delle azioni specializzate. L’attuale società elettrica richiede una ritribalizzazione data dalla necessità di un intenso lavoro di squadra, capacità che abbiamo persona nella frammentazione specialistica e che potremmo, forse, recuperare attraverso il gioco e la simulazione. I giochi sono infatti modelli delle nostre vite psicologiche ed aiutano per questo a liberarci di tensioni particolari; sono una forma di arte collettiva e popolare ma con rigide convenzioni approvate da tutti. Fin dal mondo greco il gioco aveva una funzione catartica. Il rito iniziò come agone puramente fisico, divenne poi con la tragedia più verbale e meno mimetico o danzato, si arriva ad una narrativa verbale da Omero e Ovidio per sfociare, già nella nuova commedia, ad un surrogato letterario.
Il gioco ci offre un riparo dalla tirannia della macchina sociale, ci distaccano dalla routine; è un media di comunicazione interpersonale che è estensione della nostra vita interiore.
I giochi di una cultura, rispondono alle sue necessità (che ricordiamo, vengono modificate dai media: esempio il baseball lento individuale e specialistico è soppiantato dal football americano nell’era elettrica). Spesso i giochi sono espressione dei valori inespressi; i giochi, soprattutto di ruolo, ripropongono situazioni quotidiane ma le analizzano con cautela passandole attraverso rigide regole e convenzioni. Gli uomini hanno bisogno dei giochi per sfogarsi e per affermare se stessi; ogni gioco è estensione dell’individuo o del gruppo e stabilisce rapporti nuovi nella comunità virtuale o reale creando nuovi modelli di interazione. Gli artisti fanno lo stesso ma creano modelli, invece che di realtà presenti, di realtà ancora non maturatesi nella società. La credenza dell’uomo nel gioco è talmente radicata che lo shock dei telequiz truccati fu grandissimo, Charles Van Doren fu abbattuto dalla folla come traditore della patria.

Tratto da STORIA E STRUMENTI DELLA COMUNICAZIONE di Asia Marta Muci
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