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Trilogia della vita di Pasolini. Grottesco e realismo popolare


TRILOGIA DELLA VITA troviamo riferimenti espliciti alla letteratura del realismo comico popolare grottesco. 1. Il DECAMERON viene trasposto a Napoli, città simbolo di vita con il suo dialetto, gestualità e mimica; da subito di denota la totale dominanza della sfera materiale e corporea. Andreuccio da Perugia viene derubato e gettato negli escrementi per poi essere coinvolto nella profanazione di una tomba e chiuso nella stessa; il giovane si salva addentando la gamba di uno dei ladri. Si denota la dissacrazione di ogni tema compreso quello della morte, il furto vitale non si ferma nemmeno davanti alla sacralità dei morti. Nel secondo episodio del film, un giardiniere sordomuto si introduce in un convento di suore e invece si scappare, le suddette si mettono in file commentando poi le prestazioni. La sessualità viene riaffermata come forza liberatrice, dissacrante e rigenerante. 2. I RACCONTI DI CANTERBURY riprende il tema della discesa agli inferi, i diavoli giocano a morra, spernacchiano: nell’inferno domina il basso e il corporeo. L’immagine si abbassa ancora rispetto al Decameron, a dominare sono il sedere, i peti e l’urina. Il deretano si sostituisce al volto nella scelta della moglie e nell’apparenza della donna. 3. FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE nudità e sesso attenuano la dimensione grottesca a vantaggi di una dimensione magico-favolistica che inscrive i corpi in un contesto quasi mitico. Il corpo grottesco pasoliniano è incentrato sul volto grottesco e non sull’abbondanza delle forme; la faccia è irregolare, scavata, alterata da smorfie. La bocca è l’elemento maggiormente deforme, i ghigni e i denti irregolari delle bocche costituiscono un tratto tipico dell’iconografia pasoliniana, attraverso essa i motivi connessi dei rutti e delle pernacchie. Gli occhi non hanno alcun valore nell’imagerie grottesca. Alla mimica facciale si aggiunge una pratica gestuale molto accentuata i cui gesti rimandano sempre all’abbassamento - Gestacci, corna come segno di cornificazione o scaramanzia, spesso riferiti all’atto sessuale.

Tratto da CORPO E MASCHERA NEL CINEMA ITALIANO di Asia Marta Muci
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