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Schlosser e il problema del linguaggio nella storia artistica

Schlosser e il problema del linguaggio nella storia artistica


L'autore affronta le testimonianze sull'arte tramite una sintesi storica tra filologia e critica, accettando l'ipotesi storiografica espressa da Benedetto Croce in Teoria e storia della storiografia. Storia artistica intesa come storia dell'espressione linguistica e stilistica, e come unità di storia e critica. Di Croce accoglie anche la ricostruzione fondata su singole personalità. L'opera di Schlosser, prima di essere una storia di trattati è una storia di scrittori, artisti e letterati italiani e stranieri che, pur senza prescindere dai generi letterari dominanti, si interroga sulle opere d'arte intese come linguaggio e [gli artisti, scrittori e letterati] ne danno un giudizio che rientra a buon diritto nella storia della critica d'arte. Schlosser incontra Croce tramite la mediazione culturale di Karl Vossler, che aveva applicato i principi crociani alla linguistica. Schlosser affronta il problema del linguaggio nella storia artistica in opere come Storia dello stile e storia del linguaggio delle arti figurative e Xenia. Egli si chiede: esiste un linguaggio delle arti figurative che possa essere paragonato a quello delle parole? Si. La risposta è affermativa. Crocianamente afferma che l'arte figurativa è creazione individuale, autonoma, che si esprime attraverso lo stile fondato su una grammatica specifica, simile a quella della lingua scritta. Lo stile figurativo stesso può avere una storia (storia di cambiamenti, di evoluzioni, di continuità e di innovazioni) perchè anche il linguaggio ha una sua storia nel tempo. Pur con questi interessi Schlosser rimase fuori dal neopositivismo logico. Proprio nel 1922 Moritz Schlick prendeva la cattedra di scienze induttive all'Università di Vienna, e avrebbe potuto dare una grande spinta ai problemi linguistici che ossessionavano Schlosser. Ma vivevano su due mondi diversi e mai, purtroppo, si incontrarono. Schlick aveva dato una grossa spinta alla mediazione tra metodologia scientifica (Carnap e Wittgenstein) e problema del linguaggio. Schlosser, infine, non si occupò mai di movimenti artistici contemporanei.


Tratto da STORIA E CRITICA D'ARTE di Gherardo Fabretti
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