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La forma dell'armonia


Armonia e tessitura
L’armonia può prendere la forma di un accordo con tutte le note che risuonano insieme fino alla comparsa dell’accordo successivo, oppure può presentarsi in una tessitura orizzontale, in cui le note si alternano o si ripetono in varie formule di accompagnamento che vengono percepite come un’unità. (L’esempio 2 presenta due comuni modelli di accompagnamento, il basso albertino e il basso di valzer).

Armonia e contrappunto

Molti degli autori vissuti tra la metà del Settecento e l’inizio del Novecento vedevano le singole armonie come unità di suono indipendenti, seguendo una tradizione risalente al compositore e teorico francese Jean-Philippe Rameau. Le relazioni melodiche che si istituiscono tra le note di un ambito armonico e quello successivo erano ritenute competenza del contrappunto.
In anni recenti, però, grazie soprattutto al teorico tedesco Heinrich Schenker, molti musicisti hanno accolto l’idea che le armonie siano il risultato dei movimenti delle singole parti nel loro progredire dalle note di un accordo a quelle di un altro. Secondo questo punto di vista, i suoni concomitanti di un inno a quattro voci, o di un quartetto d’archi, vanno visti non come una serie di unità autonome, ma piuttosto come gli accordi prodotti dalle melodie di soprano, contralto, tenore e basso nel loro progredire da una nota all’altra. Questa prospettiva unifica le discipline, prima separate, di armonia e contrappunto. Inoltre, essa permette all’ascoltatore di isolare le sottostanti progressioni armoniche a diversi livelli (in primo piano o sullo sfondo), offrendo così un’ottica unitaria che copre le progressioni armoniche locali o di superficie, nonché i soggiacenti moti armonici di ampio raggio che si presentano all’interno di singole sezioni o interi pezzi.

Tratto da STORIA DELLA MUSICA di Gherardo Fabretti
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