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Una forma di altruismo


L’uso del meccanismo della proiezione fin dalla prima infanzia è del tutto normale per l’Io del bambino, infatti i bambini se ne servono per rinnegare i propri atti e desideri quando diventano pericolosi e per addossarne la responsabilità a qualcuno/qualcosa che si trova al di fuori.
Tale meccanismo disturba i nostri rapporti umani ogni volta che proiettiamo la nostra gelosia su altri, attribuendogli la nostra aggressività. Però questo processo ci può anche essere d’aiuto per stabilire dei legami positivi e consolidare i nostri rapporti umani e questa forma di proiezione può essere descritta come: “Rinuncia altruistica” dei nostri impulsi istintuali a favore di altre persone.
Esistono infatti persone che invece di utilizzare le proprie energie per dei fini personali le mette a disposizione di altri, partecipando con affetto alle loro esperienze: vivono della vita degli altri e non della propria. Quindi accade anche di proiettare sugli altri i propri impulsi istintuali proibiti. Qui il Super-Io diventa molto tollerante quando un particolare impulso istintivo si manifestava sugli altri, ovvero gratifica i suoi istinti partecipando alla gratificazione degli altri e per fare questo si usano i meccanismi della Proiezione e dell’Identificazione. Dunque questo comportamento non può che essere chiamato altruistico.
Esempio: una donna proietta il proprio desiderio di amore e di essere ammirata sulla rivale e, essendosi identificata con l’oggetto della sua invidia, otteneva la sua soddisfazione  del suo desiderio. L’identificazione con qualcuno si rivela in un improvviso e caldo senso di solidarietà che persiste fino a quando il proprio bisogno viene soddisfatto con una modalità sostitutiva.
Questo processo difensivo serve a due scopi:
Fa in modo che il soggetto si interessi amichevolmente alla soddisfazione  degli istinti degli altri gratificando indirettamente i propri (nonostante la proibizione del Super- Io);
Libera l’attività e l’aggressività inibite, in origine designate alla soddisfazione dei propri desideri istintuali.

Analizzando alcune circostanze si è rivelato che il processo difensivo ha la sua origine in un conflitto infantile con l’autorità dei genitori a proposito di una qualche gratificazione istintuale. L’esempio estremo di questo tipo di personalità è l’assassino che uccide l’oppressore in nome degli oppressi.
I fattori che contribuiscono a determinare la scelta dell’oggetto su cui vengono trasferite le pulsioni istintuali sono molteplici. A volte basta la percezione di un impulso proibito in un’altra persona per fornire all’Io l’occasione di mettere in atto la proiezione, anche se nella maggior parte dei casi la persona sostitutiva è stata una volta oggetto di invidia. L’esempio più bello e più completo del trasferimento altruistico è nel “Cyrano de Bergerac” di  Edmond Rostyand (un uomo si innamora di una donna, ma poiché non si sente al suo livello da di tutto che un altro suo ammiratore la faccia innamorare e stiano insieme).
In soggetti come questi nel momento del pericolo il loro Io in realtà non si preoccupa della propria vita, ma si preoccupano eccessivamente e sono in ansia per la vita dei loro oggetti di amore. Quando gli impulsi vengono trasferiti su un’altra persona è la vita di questa che diventa più preziosa della propria e la morte della figura sostitutiva significa la fine di ogni speranza di soddisfacimento.

Tratto da L'IO E I MECCANISMI DI DIFESA di Carla Callioni
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