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La cacciata delle sinistre di De Gasperi

La cacciata delle sinistre di De Gasperi


De Gasperi era incoraggiato dal clima di generale malcontento a cacciare fuori le sinistre dal governo ma temeva l'ingovernabilità del paese senza il loro contributo. Ritornato dall'America, il 31 gennaio 1947 De Gasperi fa un rimpasto e dà il via al suo terzo governo, con 16 ministeri anziché 21, sei dei quali andavano alle sinistre. Scoccimarro perse le Finanze e Nenni perse gli Esteri. Nell'ottobre del 1947 gli italiani avrebbero dovuto votare il primo parlamento della Repubblica ma il generale malcontento antidemocristiano, infuocato dai milioni di risarcimenti dovuti a Russia, Grecia, Iugoslavia, Albania ed Etiopia, dalla perdita di tutte le colonie in seguito al recente Trattato di Pace e dall'inflazione galoppante, convinsero De Gasperi del fatto che non si poteva aspettare tanto. Le regionali siciliane dell'aprile 1947, con mostruosi picchi di caduta delle preferenze DC, ne furono la conferma.
Due avvenimenti internazionali incoraggiarono De Gasperi alla rottura con le sinistre: la cacciata dei comunisti dal governo francese e la maturazione della dottrina Truman. La strage di Portella della Ginestra del 1 maggio 1947 sembrò affondare prematuramente i piani di De Gasperi, che in seguito all'accorata orazione del deputato e primo segretario del PCI in Sicilia, Girolamo Li Causi, si dimise. Al suo posto l'antifascista Francesco Saverio Nitti che non riuscì però a formare un governo stabile, lasciando il posto di nuovo a De Gasperi che dichiarando di voler formare un governo di centro con l'apporto dei soli partiti di destra, cacciò la sinistra dal governo e pose fine al govero di coalizione antifascista.

Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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