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Il caso Montedison, anni '60


LO STATO NEGLI ANNI '60. Gli anni '60 assistettero ad un chiaro deterioramento delle principali aree del potere statale.
- Declino dell'impresa pubblica. Se l'impresa pubblica negli anni '50 aveva complessivamente dato un buon esito, negli anni '60 assistiamo ad un rapido crollo. L'impresa pubblica non si autofinanziava ma dipendeva pesantemente dalle amorevoli ed abbondandi iniezioni di denaro pubblico, spesso concesse con eccessiva larghezza. Non esisteva, del resto nessun comitato indipendente di funzionari statali di grado elevato che controllasse gli accadimenti. Tutto era nelle mani del governo e pilotato dal ministero delle Partecipazioni Statali. Dal 1963, e almeno fino al 1972, l'industria pubblica smette di fare profitti e va rapidamente in perdita: prima la IRI e poi la ENI registrarono pesantissime perdite. Il guaio era anche il numero sempre maggiore di posti che veniva assegnato a perfetti incompetenti, scelti in base alla lealtà del partito o della corrente. Per il periodo 1960 – 1975 Guido Carli arrivò a parlare di borghesia di Stato, di cui esempio più rappresentativo fu sicuramente Eugenio Cefis, successore di Mattei all'ENI. Godette dell’appoggio di Amintore Fanfani e dei leader DC del Triveneto. In campo finanziario, seppe come ottenere la fiducia di Enrico Cuccia, il banchiere al vertice di Mediobanca. L’istituto di via Filodrammatici vantava dei crediti di difficile riscossione nei confronti della Montedison, il colosso chimico nato nel 1966 dalla fusione della Montecatini con l'ex azienda elettrica Edison. Cefis trovò il modo di togliere le castagne dal fuoco a Cuccia. Iniziò segretamente a comprare azioni della Montedison con i soldi dell’Eni e i dovuti appoggi politici a Roma. Cominciò così la sua scalata al gigante chimico, che si concluse nel 1971, quando Cefis abbandonò l'Eni e divenne presidente della stessa Montedison. Questa mossa sollevò molte polemiche: egli infatti aveva utilizzato il denaro dell'Eni (cioè denaro pubblico) per diventare presidente di una società privata.


Tratto da STORIA CONTEMPORANEA di Gherardo Fabretti
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