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Le caratteristiche del mercato


Gli economisti, per studiare il mercato dei servizi, fanno riferimento al mercato di concorrenza perfetta. E' una situazione ideale in cui regnano tutte una serie di ipotesi:
1.    consumatori e produttori sono in numero tendenzialmente infinito: price tikers.
2.    Nessuno di loro può influenzare il prezzo di mercato.
3.    I rendimenti di scala sono costanti: se raddoppio gli input, l'output raddoppia nella stessa proporzione. Questo è indispensabile affinchè non ci sia concorrenza e ci siano infiniti produttori.
4.    Informazione perfetta e simmetrica: ovvero, tutti gli agenti in questo mercato sono perfettamente informati sul bene in questione.
5.    Il bene è omogeneo, ovvero tutti i produttori – in questo mercato – sono uguali tra loro.
6.    Non ci sono barriere né all'entrata né all'uscita, ovvero non ci sono investimenti fissi.
7.    Sovranità del consumatore: è un'agente razionale che conosce tutto e trova il paniere di beni ottimali che massimizza le sue risorse.
8.    Non c'è esternalità: quando un comportamento ha conseguenze negative sugli altri.
9.    Non ci sono beni pubblici, ovvero che possono essere consumati da tutti simultaneamente, e nessuno può essere escluso da questa possibilità di consumo. (es. aria che respiriamo, difesa nazionale, ecc.). Sono beni non rivali e non escludibili; proprio perchè non posso farmi pagare per questi beni, non può esserci un mercato privato.
Un mercato con queste caratteristiche produce un risultato che viene chiamato primo teorema fondamentale dell'economia del benessere: se si lascia il mercato libero di funzionare si ottiene sempre un risultato efficiente, ovvero la pareto efficienza o l'ottimo paretiano: non c'è necessità di intervento pubblico. Questa è la “mano invisibile” di cui parla A. Smith, ovvero non si possono usare le risorse meglio di così.
Dati gli input tra gli infiniti punti compresi tra X1 e X2, il mercato lasciato libero di funzionare raggiungerà un punto di efficienza paretiana. Tuttavia, se cade anche solo una delle ipotesi su cui si basa la realtà ideale del mercato di concorrenza perfetta, non si avrà la certezza che il mercato raggiungerà un punto di efficienza paretiana. Si creano, cioè, i fallimenti del mercato.
Tutto questo permette di affermare l'importanza dell'intervento pubblico al fine di mantenere/raggiungere l'efficienza che da solo il mercato non riesce ad ottenere: prima giustificazione dell'intervento pubblico (soprattutto nei marcati sanitari, questo ha sempre ragione di esistere).
La seconda giustificazione riguarda l'equità : lo Stato può essere interessato ad un certo risultato finale. Al mercato, invece, non importa se un soggetto ricco aumenta la sua ricchezza: secondo l'ottica di mercato A, B, o C sono tutti punti di efficienza paretiana. Dal punto di vista dello Stato, invece, essere in A, B o C significa avere più o meno possibilità economiche: è necessario che intervenga in nome della sua idea di giustizia sociale.
Secondo teorema dell'economia del benessere: lo Stato può sempre raggiungere una specifica situazione di mercato modificando le dotazioni iniziali; il mercato, cioè, non va toccato perchè funziona perfettamente. Tuttavia si può tassare chi sta meglio (punto A) e dare un sussidio a chi sta peggio (punto C); proprio per questo – per motivi di equità – l'intervento statale è giustificato anche nei mercati a concorrenza perfetta.
Relativamente ai servizi sanitari, lo Stato è sempre chiamato ad intervenire per equità ed efficienza, dato che, se lasciato libero, il mercato dei servizi alla persona fallirebbe.

Tratto da ECONOMIA SANITARIA di Angela Tiano
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