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Lgs. 502/92 e 517/93: la seconda riforma


dopo 14 anni si riforma il SSN. Questi decreti non devono essere letti in chiave politica, ma nell'euforia dei quasi mercati: sono quella che potremmo definire la “nostra riforma Thatcher”.
I D. lgs 502-513 delineavano un quadro cos^ generale da permettere alle regioni di scegliere il proprio modello organizzativo: ne derivò un modello ibrido in cui alcune regioni presero ispirazione dai mercati interni inglesi, ed altre regioni dai mercati svedesi.
- Le USL si trasformarono in AUSL: da apparati dello Stato diventarono aziende dotate di personalità giuridica, con l'obbligo di pareggio di bilancio;
- le regioni divengono gli enti principali di gestione dei servizi sanitari; ai comuni restano funzioni consultive;
- al posto dei comitati di gestione viene nominato un direttore generale, seguito da un direttore sanitario e poi da un direttore amministrativo, legati da contratti rinnovabili ogni 5 anni e scindibili in qualunque momento;
- come la riforma Thatcher ha scorporato i Trust, in Italia solo gli ospedali più importanti, quali policlinici universitari, e strutture in cui vi era la complessità di case mix, diventarono aziende ospedaliere; al resto venne affidata una personalità giuridica autonoma;
- le regioni o le AUSL che volevano stipulare contratti tra erogatori e fornitori lo potevano fare. Tuttavia, perchè funzionasse la concorrenza regolamentata, occorreva che fosse attuato lo scorporo tra chi produceva e chi acquistava servizi. In Italia questo scorporo è stato molto parziale.
In Italia, la legge 833/78 fu una buona legge, ma fu mal applicata. Per questo,si tentò un mutamento con il D.lgs 502/92 e 517/93 che indirizzarono la sanità verso un modello simile a quello dei quasi mercati inglesi.
Va ricordato che questi sono gli anni della stipula del trattato di Maastricht, in cui l'Italia deve cercare di risistemare le sue finanze. Entrambi i decreti possono essere interpretati dalle regioni come meglio credono: il 502/92 è molto più liberista, poiché contiene la possibilità – per chi vuole uscire dal SSN e smettere di finanziarle – di pagare una tassa di solidarietà e pensare “da solo” alla tutela della sua salute. Naturalmente questa prospettiva innescò molte polemiche che diedero vita ad una nuova elaborazione del decreto dove questa parte venne esclusa.

Tratto da ECONOMIA SANITARIA di Angela Tiano
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