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Cosa è accaduto in seguito: riforme successive al d.lgs 517/93


Già nel 1994-95 si  inizia ad intravedere un atteggiamento negativo verso la concorrenza. La riforma Bindi del '99, dunque, non è una sorpresa perchè si respira da tempo la necessità di tornare alla programmazione.
La RIFORMA 299/99 cerca di riportare il SSN verso la riforma del 1978: unitarietà e globalità dell'assistenza.
Qual è il problema di questa terza riforma?
Essa impone a tutte le regioni il piano sanitario emiliano romagnolo:
-    non esiste la parola competizione ma cooperazione ed integrazione: modello sponsor nella logica della concertazione  a livello locale;
-    poiché le risorse non sono più sufficienti per offrire tutto a tutti, si riporta la discussione sulla definizione dei LEA (livelli essenziali di assistenza), divisi per aree assistenziali e volti a definire cosa spetta di diritto al cittadino. Nel 2001 si arriverà a definire da cosa è escluso dalla copertura del SSN, quindi cosa non è coperto dai LEA. I LEA sono il minimo di prestazioni a cui tutti i cittadini hanno diritto: le regioni che finanziariamente stanno meglio offriranno di più ai loro cittadini: problema di equità;
-    le reti integrate sono alla base di questa riforma che punta ad aumentare l'autonomia regionale;
-    la libertà di scelta è condizionabile a seconda degli obiettivi dell'AOSP;
-    l'accreditamento è potere soggettivo della regione (al contrario del modello lombardo), quindi, se la regione produce abbastanza servizi da sola, non si rivolge al privato.
A questo punto, dunque, cosa fa la Lombardia?
Il d.leg. 502/92 permetteva solo ai presidi più importati di diventare AOSP. La lombardia, per scorporare tutti i presidi ospedalieri dalle asl, li ha decretati troppo piccoli, e quindi inefficienti per rispondere ai fabbisogni della popolazione di riferimento, e li ha accorpati nelle AOSP.
Dopo la riforma Bindi, la lombardia si è opposta fortemente ai nuovi modelli organizzativi che erano stati scelti: è riuscita a farsi riconoscere come regione che applica un modello sperimentale gestionale dei quasi mercati e questo è servito per tirare avanti fino alla riforma del titolo V, che ha introdotto il federalismo fiscale.

Tratto da ECONOMIA SANITARIA di Angela Tiano
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